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Il romanziere ai confini della realtà

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Dopo il successo di «Canone inverso» Paolo Maurensig pubblica «Il guardiano dei sogni»

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Durante la convalescenza popolata di fantasmi, impara a conoscere meglio il suo compagno di stanza, un uomo che sembra avere la facoltà eccezionale di interpretare, oltre che leggere, i sogni di chi gli sta accanto. Dimesso dall'ospedale di Venezia, si mette alla ricerca paziente del suo compagno di dolore e di pena. La ricognizione si tinge di giallo e si sviluppa in una duplice direzione, lungo il sentiero di due identità diverse: Augusto Ivanov infatti, parla continuamente del «Regno», un luogo indecifrabile, misterioso, in cui si bloccano il tempo e le sorti umane e progressive, quelle del mondo, e tutto viene deciso dalle regole di un gioco che conoscono soltanto pochi iniziati. Nell'altra direzione si muove il conte Litworni, che con il gioco non ha molto a che vedere, anche perché il suo tempo lo trascorre al Casino, in una tragica alternanza di vincite e di perdite di enormi somme di denaro. Circola una indefinibile atmosfera dell'improbabile e del provvisorio lungo il tracciato dell'intero romanzo. Chi è mai questo Conte che tanto somiglia nell'aspetto al grande vecchio Tolstoj, sarà proprio quel nobile che possiede un principesco palazzo sul Canal Grande, frequenta i casino di tutto il mondo e intreccia storie e avventure con grandi nobildonne? È probabile — sembra suggerire qualche passo di questo avvincente romanzo — che sia l'uno che diventa l'altro, soprattutto quando l'allusività del personaggio si indirizza verso gli spazi sconosciuti di un misterioso «Regno» dal quale lui solo, e nessun altro, è tornato vivo. Scatta allora l'avventura della conoscenza, un tema molto caro all'azione narrativa di Maurensig, che fra la «Variante» e il «Canone» ci ha dato altri testi soffusi di fascinosi misteri, «L'ombra e la meridiana» (1998) «Venere lesa» (1998) e «L'uomo Scarlatto» (2001). Romanzo gotico di altri tempi e altre stagioni? Sì e no al contempo, poiché lo scrittore goriziano si muove fra onirico e fantastico fino a raggiungere le difficili, ardue sponde dell'orfismo, in un gioco di rimandi che dilata la famosa partita a scacchi della «Variante», fino a comprendere territori enigmatici dei quali tuttavia emerge una realtà dura e impietosa, capace di riflettere sul sacrificio, sulla capacità di dedizione, e infine su tutta quella forza interiore che trasfigura il dolore fino a tradurre l'angoscia del vivere in una condizione di estasi, che riconduce direttamente ai testi che hanno reso legittimamente celebre questo penetrante scrittore di frontiera.

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