
Senza la stampa l'evento non c'è

I «NO» DELLA MOSTRA
Con orari, oltre a tutto, che, specie quelli anticipati per i critici, non tengono conto né delle ore di sonno (8,30, 24) né di quelle dei pasti (13, 20). Con il risultato che non si può dar conto di tutto e che se qualche stakanovista lo facesse non troverebbe poi gli spazi necessari sui suoi giornali, giustamente intenti a riservarne altri alla cornice della Mostra, interviste e colore. Qualche critico così è andato a lamentarsi con de Hadeln che però ha risposto: la Mostra la faccio per il pubblico, non per i critici. Giustissimo. Ma i critici vengono alla Mostra per illustrarla al pubblico. Se, per ipotesi, a causa di uno sciopero dei mezzi di comunicazione, durante tutti i dieci giorni della Mostra si verificasse un silenzio stampa, cosa accadrebbe? Lo si diceva una volta per i giornali, oggi lo si dice anche per la televisione: se di un evento non si è scritto o parlato è come se non avesse mai avuto luogo. Un rischio che la Mostra non corre, ma perché, da quando esiste, c'è chi la racconta. G. L. R.
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