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di LIDIA LOMBARDI PEGGIO CHE un sofferto armistizio.

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Eccola la «querelle» sui fregi del Partenone, quelli che la Grecia chiede da anni alla Gran Bretagna (ricordate le battaglie di Melina Mercouri, l'attrice diventata in Grecia ministro per la cultura?), i marmi che lord Elgin razziò nei primissimi anni dell'Ottocento e che stanno in vetrina al British Museum. Domenica il «Sunday» giurava che sarebbero tornati in «patria», in quella Atene che si prepara alle Olimpiadi del 2004. Un prestito a tempo indeterminato, la formula. In pratica, una restituzione. Accordo fatto, insomma, e parecchi giornali riprendevano la notizia. Ieri la marcia indietro, con il museo londinese che accusa il domenicale del Sunday di travisare «gravemente la natura delle discussioni intercorse tra il British Museum e i colleghi greci. La posizione più volte affermata dalla dirigenza del museo non è cambiata e non è oggetto di trattative segrete». E ancora: le conversazioni con i greci «non hanno riguardato i possibili movimenti delle sculture, ma altre aree di collaborazione accademica». Del resto anche Atene è pessimista. Il quotidiano «Ta Nea» titolava ieri «Neanche in prestito». E se da una parte sondaggi d'Oltremanica indicano un'opinione pubblica favorevole alla restituzione, chi conosce bene la realtà britannica sottolinea che l'orgoglio degli inglesi non si piegherà mai all'idea della restituzione. Chi invece renderà ad Atene un pezzetto di Partenone è proprio il Bel Paese, vittima di tante razzie d'opere d'arte. È un piccolo fregio (35 centimetri quadrati) conservato al Museo archeologico di Palermo. La formula è quella del prestito a lunga scadenza, come ha riconfermato ieri il Ministro per i Beni Culturali, Urbani, ricordando la promessa fatta lo scorso dicembre ad Atene. La restituzione della metopa, che rappresenta il piede della dea Pithia, verrà contraccambiata dalla Grecia con un'altra opera, probabilmente l'elmo dedicato da Gerone, tiranno di Siracusa, alla dea Olimpia, un pezzo del IV secolo a. C., ora al Museo di Olimpia. A sollecitare lo scambio fu, tra gli altri, Louis Godard, micenologo e consigliere del presidente Ciampi. Lo stesso Godart, in un recente intervista pubblicata su questa pagina a firma di Carmine Mastroianni, ha espresso l'idea che le restituzioni, specie in ambito Ue, non abbiano più senso oggi. Tranne che in alcuni casi, nei quali verrebbero a ricostituire l'integrità di un monumento. Come appunto, diceva, nel caso dei marmi del Partenone.

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