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UNA FIGURA femminile tra le più amate e fotografate del suo tempo, una delle artiste più stimate che ...

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In un percorso ideale attraverso alcune delle opere più significative della pittrice, accompagnate da testimonianze fotografiche, vengono ricostruite le tappe della vita e del lavoro di una donna che, già durante la vita, aveva assunto le caratteristiche del mito. La rassegna, presentata da Arthemisia, in collaborazione con il Centro Italiano per le Arti e la Cultura, è la più importante mai realizzata per numero di opere: curata da Achille Bonito Oliva e Vincenzo Sanfo, si avvale del prestito, concesso per la prima volta, dell'intera collezione del Museo Dolores Olmedo Patino. Dal «Ritratto di Alicia Galant» del 1927, il primo lavoro su cavalletto, a «La colonna spezzata», «Alcune piccole punzecchiaturè», «Ospedale Henry Ford» fino al «Piccolo Dimas Rosas defunto a tre anni». Sono solo alcuni capolavori che propongono Frida come un'artista che dipingeva sia la propria realtà sia i fatti concreti, di cronaca, rivisti e riproposti in modo del tutto originale. Avvenimenti drammatici segnarono la vita di Frida Kahlo: figlia di padre europeo e di madre messicana, a 18 anni fu vittima di un incidente che le procurò ferite così gravi che la portarono e subire oltre trenta interventi chirurgici. Fu durante la prima convalescenza che cominciò a dipingere i suoi autoritratti, aiutata da uno specchio appeso sul soffitto. La sua pittura si trasformò presto in un diario della sua vita, dalla vicenda amorosa con Diego Rivera alla militanza nel partito comunista che la portò a presenziare ai momenti più salienti della storia del partito nel suo paese. La sua arte fin da subito fu identificata per la sua eccezionale originalità e apprezzata dai più importanti esponenti dell'arte e della cultura internazionali. L'eccezionalità, nel senso etimologico del termine, di Frida Kahlo, deve essere il filo conduttore che accompagna il visitatore in questa mostra, altrettanto straordinaria per la sua completezza.

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