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di LUIGI DELL'AGLIO PER FORTUNA il genio misconosciuto o maltrattato non ottiene soltanto medaglie alla memoria.

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Questa volta i ricercatori defraudati, e poi onorati, sono tre. E per giunta italiani, perciò la soddisfazione è doppia. Vivono e lavorano a Bologna. Pier Giorgio Merli è dirigente di ricerca del Cnr, presso l'Istituto per la Microelettronica e microsistemi; Gian Franco Missiroli è professore associato presso il Dipartimento di fisica dell'Università; Giulio Pozzi è ordinario nello stesso dipartimento. Quale scoperta hanno al loro attivo? Nel 1973 hanno svelato quello che il Nobel Richard Feynman aveva definito uno dei misteri dell'intima struttura della materia. Hanno dimostrato cioè concretamente la vera natura dell'elettrone. «Avevamo saputo che, presso l'Istituto di Anatomia Umana dell'università di Milano, era stato acquisito un rivelatore di elettroni di nuova generazione. Finalmente potevamo realizzare quello che secondo Feyman era l'"esperimento ideale". Grazie alla disponibilità del professor Angelo Bairati, facemmo l'esperimento e lo filmammo presso il suo laboratorio. Fotogrammi del film furono usati per un paio di articoli pubblicati sul Giornale di Fisica, nel 1974, e sull'American Journal of Physics, nel 1976. Ma ci appariva molto riduttivo confinare i risultati dell'esperimento in quei pochi fotogrammi. E allora, grazie alle risorse finanziarie concesse dal Cnr, realizzammo un film riportandovi tutto il materiale dell'esperimento. Vincemmo il premio per la Fisica al Festival Internazionale del Film Scientifico di Bruxelles; era l'anno 1976». La comunità scientifica aveva accolto con interesse questi risultati. Da allora, i fotogrammi pubblicati dall'American Journal of Physics sono stati riprodotti in numerosi libri di testo universitari. Poi nel 1989, cioè quindici anni dopo la dimostrazione compiuta dai tre ricercatori italiani, l'esperimento viene ripetuto da un'équipe giapponese, quella di Akira Tonomura, la quale utilizza, com'è ovvio, una strumentazione un po' più aggiornata. Nel 2002, la rivista Physics World pubblica un'inchiesta: qual è la più bella esperienza di fisica degli ultimi cinquant'anni? E duecento fisici di tutto il mondo rispondono: l'esperimento sugli elettroni caro a Feyman. «Ma quando si è passati all'attribuzione dei meriti sperimentali - raccontano i tre scienziati italiani - nel numero di settembre della rivista, l'editore ha indicato il gruppo giapponese di Akira Tonomura. Frustrazione da parte nostra. Una reazione naturale, alleviata soltanto dalla solidarietà di quella parte della comunità scientifica che conosceva i nostri lavori e il film». Contro la palese ingiustizia c'è una levata di scudi. E, in particolare, il professor John Steeds, direttore del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bristol, un nome prestigioso, scrive a Physics World una lettera di fuoco. Steeds è un testimone autorevole. Ricorda benissimo il film dei ricercatori italiani (glielo aveva mostrato uno dei tre, nel 1975, in occasione di uno stage a Bristol). Il film gli era molto piaciuto; lo aveva fatto proiettare davanti a tutto il corpo accademico del suo dipartimento. Visto l'influente richiamo, la rivista compie accurati e ripetuti controlli e poi - sul numero di maggio - pubblica le lettere di Steeds, dei ricercatori italiani e del gruppo giapponese. «Con nostra grande soddisfazione, la verità storica viene ristabilita. Il ricercatore gioisce soprattutto per la scoperta in sé; è chiaro tuttavia che il riconoscimento da parte della comunità scientifica rappresenta uno stimolo non trascurabile per un'attività bellissima ma molto poco considerata. Così abbiamo deciso di mettere il film - "Interferenza di elettroni" - in forma digitale e di renderlo disponibile in rete». Per insegnanti, studenti e appassionati, l'indirizzo del sito è: http://www.lamelbo.cnr.it/educational/educational.html

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