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Gli studenti italiani non sanno più leggere. Ecco promossi e bocciati

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Carlo Antini
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Gli studenti italiani quindicenni bocciati in lettura. È l'allarme che giunge dall'ultimo rapporto Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment) relativo al 2018, che studia i risultati scolastici dei ragazzi di 79 Paesi, di cui 37 aderenti all'Ocse, ed è un'indagine internazionale promossa con cadenza triennale. Gli studenti italiani in lettura ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media Ocse (487), posizionandosi tra il 23mo e il 29mo posto tra i paesi Ocse. Il punteggio non si differenzia da quello di Svizzera, Lettonia, Ungheria, Lituania, Islanda e Israele. Le province cinesi di Beijing, Shanghai, Jiangsu, Zhejiang e Singapore ottengono un punteggio medio superiore a quello di tutti i Paesi che hanno partecipato al Programma. Hanno partecipato alla prova 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali.  Per approfondire leggi anche: La rivoluzione dell'e-learning Il primo ciclo dell'indagine si è svolto nel 2000; il 2018 è stato il settimo ciclo. L'Italia partecipa fin dal primo ciclo. In Italia si conferma il divario Nord-Sud: gli studenti del Nord in lettura ottengono i risultati migliori (Nord Ovest 498 e Nord Est 501), mentre i loro coetanei delle aree del Sud sono quelli che presentano le maggiori difficoltà (Sud 453 e Sud Isole 439). I quindicenni del Centro conseguono un punteggio medio di 484, superiore a quello degli studenti del Sud e Sud Isole, inferiore a quello dei ragazzi del Nord Est, ma non diverso da quello dei quindicenni del Nord Ovest. Ci sono differenze anche fra tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei Licei ottengono i risultati migliori (521), seguono quelli degli Istituti tecnici (458) e, infine, quelli degli Istituti professionali (395) e della Formazione professionale (404). A livello medio Ocse, circa il 77% degli studenti raggiunge almeno il livello 2, considerato il livello minimo di competenza in lettura. L'Italia presenta una percentuale di studenti che raggiunge almeno il livello minimo di competenza in lettura analoga alla percentuale media internazionale. A questo livello, gli studenti dimostrano capacità di utilizzare le loro abilità di lettura per acquisire conoscenze e risolvere una vasta gamma di problemi pratici. Gli studenti che non raggiungono il livello 2 (low performer) hanno difficoltà a confrontarsi con materiale a loro non familiare o di una certa lunghezza e complessità. Di solito, necessitano di essere sollecitati con spunti o istruzioni prima di potersi impegnare con un testo. Se ci si concentra sui livelli più elevati della scala, quelli che permettono di definire uno studente top performer (i livelli 5 e 6), il 5% degli studenti italiani raggiunge questi livelli. A livello medio internazionale tale percentuale è di circa il 9%. Divari ancora più ampi si osservano tra le diverse tipologie di istruzione. Nei Licei troviamo la percentuale più elevata di studenti top performer (9%) e, al tempo stesso, quella più bassa di low performer (8%). Negli Istituti tecnici la percentuale di top performer scende al 2%, mentre il 27% degli studenti non raggiunge il livello 2; livello non raggiunto da almeno il 50% degli studenti degli Istituti professionali e della Formazione professionale. In generale, il Report diffuso oggi, per quanto riguarda la lettura, dimostra che gli studenti italiani sono più bravi nei processi di comprensione (478) e di valutazione e riflessione (482) piuttosto che nell'individuare informazioni (470). Per quanto riguarda invece le sotto-scale relative alla fonte, gli studenti italiani ottengono risultati più elevati nei testi multipli (481) piuttosto che in quelli singoli (474). Insomma bisogna recuperare al più presto il terreno perduto per non diventare il fanalino di coda nel mondo.

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