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Pillon si becca la condanna: dovrà risarcire l'Arcigay

Simone Pillon

Il senatore della Lega ha diffamato l'associazione con una campagna omofoba: adesso deve pagare 30mila euro

Silvia Sfregola
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Il senatore leghista Simone Pillon è stato condannato dal tribunale di Perugia a versare 30mila euro a Omphalos, associazione aderente ad Arcigay, e a un attivista, per averli diffamati. Pillon è il primo firmatario del contestato disegno di legge sulla riforma dell'affido condiviso. Oltre a una multa, è stata disposta la sospensione della pena condizionata al pagamento di una provvisionale alle parti civili, ventimila euro alla Omphalos, e diecimila euro a un militante della associazione legata ad Arcigay. La condanna per diffamazione è per avere affermato che gli interventi informativi contro l'omofobia dell'associazione realizzati con gli studenti degli istituti superiori fossero in realtà degli inviti ad avere rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Pillon, già presidente del Forum Famiglie Umbria e membro fondatore del Comitato Family Day, promette che il provvedimento giudiziario non lo fermerà nelle sue battaglie: "Sono stato condannato in primo grado per aver osato difendere la libertà educativa delle famiglie, che a quanto pare non possono più rifiutare l'indottrinamento gender propinato ai loro figli. Ricorreremo in appello, ma è proprio vero che certe condanne sono medaglie di guerra". E annuncia: "nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario, diceva Orwell. Beh, io non mollo. E non mollerò mai". Immediato dall'Arci il commento, per voce della presidente nazionale Francesca Chiavacci: "Essere omofobi può costare caro e questa volta il senatore Pillon si renderà conto che non può impunemente insultare le persone senza doverne rispondere. Purtroppo sono in tanti a sentirsi liberi di insultare e diffondere odio, chi ricopre incarichi pubblici dovrebbe essere più responsabile e se non lo fai giustamente sei chiamato a risponderne. L'omofobia, il razzismo e ogni discriminazione non sono solo comportamenti deprecabili ma sono veri e propri reati perseguibili dal nostro ordinamento e per questo vanno puniti". Soddisfatto della condanna anche Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center, che parla di una sentenza positiva. "I nostri auguri - aggiunge Marrazzo - vanno ai volontari e militanti che hanno vinto la causa, speriamo che questa sentenza inizi a far capire anche alla politica che i diritti delle persone lesbiche e gay non possono essere calpestati. Resta sempre importante l'approvazione di una legge contro l'omofobia, perché questa causa è stata possibile vincerla in quanto il senatore ha fatto delle diffamazioni specifiche, altrimenti, come in molti altri casi, sarebbe rimasto impunito".

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