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Di Maio: "Via concessione ad Autostrade. Ci sono 40 morti, non pagheremo penali"

A picco la controllante Atlantia: non fa prezzo in Borsa

Davide Di Santo
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Ai minimi storici titoli e bond di Atlantia, la controllante di Autostrade per l'Italia che fa capo alla famiglia Benetton. Il giovedì nero della società termina con un calo del 22,26% a 18,30 euro, e zavorra la Borsa di Milano che chiude sui livelli più bassi del 2018 a 20.524,13 punti. Autostrade rischia tra l'altro una multa fino a 150 milioni di euro. "Avvieremo la procedura per la revoca senza attendere le risultanze in sede penale", ha annunciato il premier Giuseppe Conte. Forti accuse anche dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, dal vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, così come dal vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. "I responsabili hanno un nome e cognome e sono Autostrade per l'Italia", ha detto Di Maio. "Se non sono capaci di gestire le nostre autostrade, lo farà lo Stato", ha confermato il ministro Toninelli. La revoca della concessione, che non sarebbe preceduta da contestazioni formali per gravi inadempienze, porterebbe con sé pesanti penali (secondo alcune fonti lo Stato rischierebbe di sborsare 10-15 miliardi). "Sono convinto che ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali. Di fronte a 40 morti non ci sono clausole che tengano", ha detto il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, ai microfoni di Radio24, in merito all'annuncio della revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia. SALVINI: PARLANO DI SOLDI? CI DIANO I NOMI - Durissimo Salvini su Facebook. "Atlantia (Autostrade) riesce ancora, con faccia di bronzo incredibile e con morti ancora da riconoscere, a parlare di soldi e di affari, chiedendo altri milioni agli Italiani in caso di revoca della concessione da parte del Governo dopo la strage di Genova. Dall'alto dei loro portafogli pieni (e dei loro cuori vuoti) chiedessero scusa e ci dessero i nomi dei colpevoli del disastro, che devono pagare. Il resto non ci interessa". Lo scrive su facebook il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Posizioni che si ammorbidiscono nel corso della giornata. "Da Autostrade puntiamo ad ottenere, nell'immediato, fondi e interventi a sostegno dei parenti delle vittime, dei feriti, sei 600 sfollati e della Comunità di Genova tutta, anche in termini di esenzione dai pedaggi. Di tutto il resto parleremo soltanto dopo", afferma ancora Salvini, in una nota. Nelle parole del viceministro dei Trasporti e responsabile economico della Lega, Edoardo Rixi, la revoca della concessione ad Autostrade non sembra più così certa. "È una ipotesi che resta sul tavolo, come strumento di pressione, ma non è quella che speriamo di dover praticare", ha detto in un'intervista al Foglio on line affermando che l'atteggiamento della società Austrade "è inaccettabile". La società «deve sapere che noi non abbiamo paura di andare allo scontro frontale, se è questo quello che loro vogliono. Non ci sono più i governi sottomessi a certi colossi: l'aria è cambiata ed è bene che tutti se ne rendano conto. E a loro non sta bene, che vadano pure all'estero". "La revoca è appunto la strada che percorreremo se, da parte di Autostrade, non ci sarà un cambio radicale di atteggiamento", spiega il viceministro. INDAGINI SULLE CAUSE DEL CROLLO - La controllante di Autostrade contesta al governo di voler togliere la concessione prima di aver chiarito le cause. "Atlantia S.p.A., in relazione a quanto annunciato in merito all'avvio di una procedura finalizzata alla revoca della concessione nella titolarità della controllata Autostrade per l'Italia, deve osservare che tale annuncio è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto", si legge in un comunicato della società. Il tutto mentre quella dei difetti progettuali "è una delle direttrici che stiamo maggiormente indagando, ma non tralasciamo nessuna ipotesi", dice il direttore del Tronco di Genova di Autostrade per l'Italia, Stefano Marigliani, ai microfoni di 'Unomattina estate'. "Abbiamo subito coinvolto i massimi esperti a livello internazionale affinché ci supportino nell'individuazione esatta delle cause", aggiunge. In merito al bando da 20 milioni per la ristrutturazione dell'opera, Marigliani spiega: "I lavori rientravano nell'ambito di una pianificazione dell'attività di manutenzione necessaria a garantire un allungamento della vita dell'opera, traguardando i prossimi decenni. Quindi, sulla base della nostra attività di controllo e monitoraggio abbiamo la lunga fase di progettazione di un intervento complesso", perché "Ponte Morandi è un unicum all'interno delle infrastrutture autostradali italiani" e il bando di aprile "è solo la fase finale". Il progetto, però, "è stato decretato e approvato dall'ente concedente, anche con il supporto del Consiglio superiore dei lavori pubblici". Il governo però "non può aspettare" i tempi della giustizia penale pertanto "disporremo la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia". Lo dice forte e chiaro il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo il Cdm straordinario convocato a Genova il giorno successivo la tragedia del crollo del ponte Morandi. L'obbligo del governo, spiega ancora "è quello di far viaggiare in sicurezza" e "non c'è dubbio che ad Autostrade toccassero onere e vincolo di manutenzione del viadotto". Frasi che seguono le durissime affermazioni dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. "I responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l'Italia. Autostrade deve fare la manutenzione e non l'ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici", tuona il capo politico del Movimento 5 Stelle che parla di possibili multe per la società "fino a 150 milioni di euro". Secondo Di Maio la società “è stata coperta politicamente da governi precedenti. Noi non faremo da palo a chi non fa la manutenzione dei ponti". "Non faccio l'ingegnere né faccio processi senza elementi. Ma quel ponte era sotto il controllo di una società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari di Europa. Evidentemente non ha fatto quello che doveva, e non ha speso i soldi che doveva", gli fa eco Matteo Salvini. "Quindi – prosegue - revocare queste concessioni, dare le multe più alte possibili e far pagare penalmente e civilmente coloro che hanno questi morti sulla coscienza è il minimo". Il ministro Toninelli infine informa che il Mit si costuirà "certamente" parte civile perché "chi ha sbagliato deve pagare fino alla fine" e ci sono responsabilità "evidenti" sulla manutenzione. Autostrade per l'Italia, dal canto suo, non intende recitare il ruolo di capro espiatorio e ribatte parlando di "monitoraggi trimestrali" sul ponte Morandi "secondo le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche" e di investimenti in sicurezza pari a oltre un miliardo di euro l'anno. Quanto alla concessione la società si dice pronta a far valere le sue ragioni dimostrandosi "fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario, nell'ambito del contraddittorio previsto dalle regole contrattuali che si svolgerà nei prossimi mesi". Una fiducia, sottolinea, “che si fonda sulle attività di monitoraggio e manutenzione svolte sulla base dei migliori standard internazionali". Peraltro, fa notare ancora Autostrade "non è possibile in questa fase formulare alcuna ipotesi attendibile sulle cause del crollo". La società infine si dice pronta alla ricostruzione del viadotto che verrebbe completata "in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree". Ma nel frattempo le diverse reazioni fanno presagire uno scontro destinato a diventare sempre più incandescente nelle prossime ore.

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