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Delitto Noemi Durini, il fidanzato non risponde al magistrato. I legali chiedono la perizia psichiatrica

Noemi Durini

Katia Perrini
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere L.M., il 17enne di Alessano che si è auto accusato dell'omicidio della fidanzata sedicenne Noemi Durini, avvenuto il 3 settembre. Il ragazzo è stato interrogato dalla gip del Tribunale dei minori di Lecce Addolorata Colluto, alla presenza della pm Anna Carbonara e degli avvocati Paolo Pepe e Luigi Rella. La giudice deve decidere se convalidare il fermo disposto dalla Procura il 13 settembre e quale misura cautelare disporre a carico del giovane.  «Aveva già ricostruito i fatti davanti al pm», ha spiegato il difensore del 17enne lasciando la struttura, riferendo che il gip si è riservato di decidere entro questa sera e sottolineando che a suo avviso «non ci sono i presupposti per la convalida, perché non c'è pericolo fuga». «Certamente è un momento difficile per lui, è molto segnato, non sta bene e quindi ha bisogno di essere curato. Noi ci siamo opposti alla convalida del fermo perché non ci sono i presupposti, non c'è il pericolo di fuga. Però la situazione è sicuramente grave e va valutata. Il ragazzo deve essere soprattutto, in questo momento, curato. Bisogna capire anche se al momento del fatto vi era la piena capacità di intendere e di volere». ha spiegato l'avvocato Luigi Rella. Il giovane è accusato di omicidio, aggravato dalla premeditazione. I suoi legali hanno chiesto al gip del Tribunale dei minori di Lecce di disporre una perizia psichiatrica.

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