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Caccia al killer di Budrio, i cani si fermano sui canali: "Si muove nell'acqua"

Davide Di Santo
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Grande conoscenza del territorio e un'abilità non comune nello "scomparire" senza lasciare segnali utili alla cattura: è il profilo che emerge del killer in fuga tra paludi e zone boschive nella campagna tra Bologna e Ferrara. Indagato per gli omicidi del barista di Budrio, Davide Fabbri, e della guardia volontaria, Valerio Verri, è  Igor Vaclavic detto il "russo", un soggetto dai molti alias ma in realtà, da quanto emerso, originario della Serbia. Norbert Feher, questo il suo nome, è ricercato anche nel Paese dell'ex Jugoslavia per una rapina con violenza sessuale. Per la caccia al presunto killer, su cui pende anche un ordine di cattura per rapine commesse nel 2015 nel Ferrarese, sono stati utilizzati anche i cani molecolari che, in più di un'occasione, hanno fiutato le tracce del ricercato ma si sono fermati una volta arrivati nei pressi dei canali. Un'ipotesi, dunque, è che lo straniero possa spostarsi nell'acqua, tra paludi ed acquitrini, per sottrarsi alle forze dell'ordine. Non è escluso che il killer, per nascondersi, si avvalga anche di giacigli di fortuna simili al covo scoperto nei giorni scorsi dagli uomini dell'Arma dei carabinieri e si alimenti con tuberi o verdura trovata nella zona. Intanto investigatori ed inquirenti non hanno lasciato nulla al caso sentendo anche conoscenti di Vaclavic per raccogliere eventuali elementi utili alle indagini. In giornata è atteso un accertamento tecnico urgente al Ris di Parma, alla presenza delle parti, sui reperti trovati nel Fiorino rubato utilizzato dall'omicida della guardia volontaria, Valerio Verri. Si tratta di materiale vario, tra cui vestiti e anche tracce di sangue che probabilmente sarà comparato anche con oggetti raccolti all'esterno del locale di Riccardina di Budrio dove è stato ucciso il barista Davide Fabbri. L'avviso è stato notificato al difensore della famiglia di Fabbri, l'avvocato Giorgio Bacchelli, e al difensore d'ufficio di Faher/Vaclavic, l'avvocato Cesare Pacitti che era stato nominato quando il fascicolo del Pm Marco Forte era ancora contro ignoti, in vista dell'autopsia

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