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«Messina Denaro fa solo i suoi interessi»

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Nelle intercettazioni l'insofferenza dei boss verso il capo di Cosa Nostra. Risolto dopo sei mesi un omicidio di mafia commesso nel trapanese

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L'arresto è stato eseguito dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani ed dal Roni del comando provinciale dei carabinieri di Trapani con riferimento all'omicidio di Salvatore Lombardo, pregiudicato per reati contro il patrimonio, che il 21 maggio 2009, fu ucciso a colpi di fucile calibro l2, mentre si trovava presso il bar Smart Caffè di Partanna. Lombardo, che era sottoposto all'obbligo di firma, dopo avere lasciato il Comando carabinieri, alle 19, aveva fatto ritorno al bar di via XV Gennaio, dove è stato raggiunto da due sconosciuti a bordo di una Volkswagen Polo di colore scuro; mentre uno dei killer era rimasto all'interno dell'auto, l'altro ha esploso alcuni colpi di fucile. Le videocamere di due esercizi commerciali della zona, una gioielleria ed un fioraio, dislocati lungo il tragitto compiuto dalla vittima per andare e poi tornare dalla caserma, hanno documentato come la vittima fosse stata seguita dai suoi assassini. Le indagini condotte dai poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, nell'ambito della ricerca del latitante Matteo Messina Denaro, hanno permesso di acquisire la notizia che Salvatore Lombardo era sospettato di essere l'autore del furto di un camion di merce ai danni del supermercato Despar di Partanna gestito, di fatto, da Giovanni Domenico Scimonelli. La sua uccisione, dunque sarebbe stata, la punizione per uno sgarbo. Scimonelli, 48 anni, il 3 agosto è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, nell'ambito dell'operazione «Ermes», quale strategico favoreggiatore di Messina Denaro. «Sono tutti porci, ma anche questo Messina Denaro, che fa? Niente. Fa solo i suoi interessi. E non deve esserci rumore... Questo Messina Denaro, fra qualche giorno, a meno che non l'abbia già fatto, secondo me si ritira». È lo sfogo di due persone ritenute vicine a Matteo Messina Denaro, intercettate nell'ambito delle indagini finalizzate alla cattura del latitante e che hanno permesso di risolvere un omicidio del 2009. Parole captate che manifestano, commentano gli investigatori coordinati dalla Dda di Palermo, la crescente insofferenza verso l'immobilismo del boss: «Poi se la fa... cioè arrestato i tuoi fratelli, le tue sorelle, i tuoi cognati e tu non ti muovi? Ma fai bordello?... Svita tutti, dice se avete i... Uscite fuori.. sennò vi faccio saltare». Insomma, «non c'è più niente. Io sono del parere che questo Messina Denaro, fra qualche giorno, a meno che non l'abbia già fatto... Si ritira». «E gli altri vanno a fare cose a nome suo, quando oramai lui non c'è più qua e chissà dove se n'è andato. Andatevi a rompere.. tutti! Perché non c'è nessun accenno, un movimento, niente, cioè dallo tu un movimento». «Ma che tattica è questa? Dico un accenno che sei presente. O no? Niente...».

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