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Appalti in cambio di mazzette. Perquisite le sedi di Rai, Mediaset, La7 e Infront

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Per la procura l'imprenditore Biancifiori avrebbe ottenuto appalti in cambio di soldi e regali agli ex dirigenti di palazzo Chigi. Tra gli indagati c'è il suocero del calciatore Aquilani

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Quarantaquattro tra dirigenti e funzionari di Rai, Mediaset, La 7 e Infront sono indagati dalla procura della Repubblica di Roma nell'ambito di un'inchiesta su tangenti che David Biancifiori avrebbe elargito per ottenere assegnazioni di servizi. C'è anche Cesare Quattrociocche, padre dell'attrice Michela e suocero del calciatore Alberto Aquiliani, tra i 44 indagati. Stando a quanto sostenuto dagli inquirenti, Quattrociocche, dirigente della televisione pubblica, avrebbe ricevuto dall'imprenditore romano David Biancifiori, titolare delle società Di and Di Lighting and Truck, poi della Di.Bi. Technology, i supporti tecnologici per il matrimonio della figlia, nel luglio del 2012. In particolare, si legge nel decreto di perquisizione eseguito questa mattina, Biancifiori, avrebbe erogato "a Quattrociocche utilità consistenti in somme di denaro e nella messa a disposizione di tecnologia per la realizzazione dell'evento del matrimonio della figlia".     L'accusa. Stando alle indagini, l'imprenditore Biancifiori avrebbe dunque ottenuto appalti per le sue società distribuendo tangenti oppure vacanze e biglietti aerei o, ancora, facendo assunzioni. Le provviste per le mazzette sarebbero state create attraverso sovrafatturazioni per i lavori affidati. Biancifiori fornisce gruppi elettrogeni, scenografie, impianti audio e regie mobili anche all'estero. Sono circa 60 perquisizioni affidate al Nucleo di polizia tributaria della Finanza. L'inchiesta è affidata al pubblico ministero Paolo Ielo. Il reato ipotizzato per quanto riguarda i dipendenti della Rai è quello di corruzione, in quanto l'ente radiotelevisivo svolge un servizio di natura pubblica, per gli altri l'accusa ipotizzata è quella di appropriazione indebita. Anche alcuni dirigenti della Presidenza del Consiglio sarebbero coinvolti nell'inchiesta. I dirigenti apparterrebbero al Dipartimento per le risorse strumentali della Presidenza del Consiglio, che non è stata oggetto di perquisizione. Sono stati soltanto acquisiti documenti relativi al periodo 2009/2013.     Soldi e regali per gli ex dirigenti di palazzo Chigi. Roberto Gasparotti e Giovanni Mastropietro, rispettivamente curatore dell'immagine e direttore della fotografia di Silvio Berlusconi quando era premier, avrebbero ricevuto "somme di denaro in contanti e altre utilita'" dai fratelli David e Danilo Biancifiori e poi da Giuliano Palci, Pamela Oliva e Lucia Mariotti, "espressione prima della 'Di and Di Lighting and truck srl' e poi della 'Di.Bi. Technology srl'" dal 2009 al 2013. Questo è quanto si legge nel decreto di perquisizione della procura di Roma notificato oggi agli indagati dalla Guardia di Finanza. L'utilità per Mastropietro era rappresentata "dall'assunzione presso società del gruppo Biancifiori dei nipoti Matteo, Alessandra e Daniela Rossi, del fratello Marco Mastropietro, della figlia Aurora e del nipote Alfredo Sallusti" mentre per Gasparotti "dalla consegna di un container e di un ciclomotore per la figlia". In cambio i due dirigenti (all'epoca dei fatti) della Presidenza del Consiglio dei ministri avrebbero compiuto atti contrari ai doveri del loro ufficio consistiti nella "violazione dei doveri di imparzialita' della pubblica amministrazione in tutti i procedimenti cui erano interessate società di Biancifiori" e nell'avallare "la sistematica emissione", da parte della 'Di and Di Lighting and truck srl', poi della Di. Bi. Technology slr', nell'ambito dell'esecuzione del contratto stipulato il 14 aprile 2009 per la fornitura di un servizio di assistenza e manutenzione harware e di personale specializzato per il buon funzionamento delle tecnologie audio-video della presidenza del Consiglio dei ministri e per l'allestimento e l'organizzazione tecnica di eventi connessi all'attività istituzionale del presidente del Consiglio dei ministri, "di fatture gonfiate negli importi o addirittura facenti riferimento a servizi mai espletati, poi regolarmente liquidate a beneficio delle suddette società". A Massimo Schettini, indicato dalla procura quale Responsabile Unico del Procedimento per l'espletamento della gara per la fornitura di un servizio di assistenza e manutenzione hardware e poi Responsabile dell'Ufficio Eventi della Presidenza del Consiglio, sarebbe stato erogato invece "denaro in contanti" e altre utilità "come la consegna presso la sua abitazione di un pianoforte del valore di 6mila euro, di buoni benzina, di un Ipad e di telefoni cellulari" oltre al "rifacimento a spese di Biancifiori (tramite una delle sue societa') dell'impianto elettrico dell'abitazione". In cambio Schettini avrebbe apposto la propria firma di "regolare esecuzione dei lavori secondo il capitolato" svolti dalla azienda dell'imprenditore. Tra i beneficiari di somme e utilità "quali biglietti aerei e vacanze presso resort di lusso" c'è anche il generale Antonio Ragusa, che era Capo Dipartimento per le risorse strumentali a Palazzo Chigi. Secondo la procura, Gasparotti, Mastropietro, Schettini, Ragusa e David Biancifiori, "con collusioni e mezzi fraudolenti" avrebbero turbato questa gara indetta dal Dipartimento Risorse strumentali di Palazzo Chigi e vinta dalla 'Di and Di Lighting and truck srl' con stipula del relativo contratto il 14 aprile del 2009: una gara che - per gli inquirenti - "veniva totalmente pilotata, essendo invitate alla stessa solo le società indicate da Biancifiori a Schettini, con l'accordo e l'avallo degli altri indagati"

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