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Nessun pedofilo all'asilo di Rignano

Rignano, Cassazione conferma scarcerazione indagati.

Confermate in appello le assoluzioni dei cinque imputati di abusi sessuali PERCHÉ SONO INNOCENTI PERCHÉ SONO COLPEVOLI

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  A Rignano gli «orchi» non c'erano. Ieri lo hanno ribadito anche i giudici della III Corte d'Appello di Roma, confermando le assoluzioni con formula piena della sentenza di primo grado risalente a due anni fa. Nessuna violenza sessuale fu dunque perpetrata ai danni degli alunni della «Olga Rovere», la scuola materna del Comune alle porte di Roma, lungo l'antica via Flaminia. La sentenza, letta dal presidente Ernesto Mineo, è arrivata dopo tre ore e un quarto di camera di consiglio, intorno alle 13.15, con l'assoluzione delle maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, oltre al marito di quest'ultima, l'autore tv Gianfranco Scancarello, e la bidella Cristina Lunerti. Il procuratore generale, Giancarlo Amato, aveva invece chiesto la condanna a 7 anni di carcere per la bidella Cristina Lunerti e a 6 anni e 10 mesi per la maestra Patrizia Del Meglio (entrambe accusate per fatti riconducibili, però, solo a 5 dei 15 bambini coinvolti), confermando l'assoluzione di primo grado, con la formula «per non aver commesso il fatto», dei restanti 3 imputati. Ieri, invece, la sentenza e le motivazioni emesse dal Tribunale di Tivoli il 28 maggio del 2012 sono state confermate anche in sede di giudizio d'appello per tutti i 5 imputati. Che, tra 90 giorni, potranno leggere le motivazioni della nuova sentenza. «Ora ci aspettiamo una spiegazione convincente - commenta una delle mamme che nel 2005 presentarono denuncia ai carabinieri di Bracciano - Ma l'unica cosa che mi preoccupa adesso è mia figlia: il resto non conta proprio nulla». Non per i legali dei 5 imputati, anche se «la decisione dei giudici non ci sorprende perché oggettivamente tutte le possibili soluzioni alternative a quella assunta oggi erano già state esaminate nel processo di primo grado e convincentemente bocciate - commenta l'avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore della maestra Silvana Magalotti - Così stando le cose la Corte non poteva che assolvere come ha fatto». Di diverso avviso i legali di parte civile: «Ancora una volta non si è voluto credere alla parola di questi bambini come non si è voluto credere ai risultati delle perizie, a suo tempo effettuate che, senza margini interpretativi, hanno ricollegato le sintomatologie riscontrate sui minori a traumi di natura sessuale» tengono a ricordare gli avvocati Luca Milani e Antonio Luigi Cardamone, per i quali «sarà necessario aspettare il deposito delle motivazioni anche per valutare un eventuale ricorso in Cassazione».

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