Racket delle licenze. Raffica di indagati
I carabinieri puntano su gravi ipotesi di reato. Spunta una vigilessa, impiegati comunali e il «geometra» Gagliardi già noto alle cronache de Il Tempo
Il filone è esplosivo: tangenti in cambio di licenze per i locali nel centro di Roma. L'ex comandante dei vigili, Angelo Giuliani, il “supergeometra” Paolo Gagliardi e Luigi Ippoliti, già consigliere del I Municipio ed ex delegato al commercio, dopo una approfondita indagine dei carabinieri sono stati indagati con la vigilessa Sabrina Alleva, il funzionario Asl Rm/A, Daniela Cappiello, e altri due amministrativi, Aleandro D'Angelo e Giovanni Laugeni. Le accuse, a vario titolo e secondo le singole posizioni, sono di associazione per delinquere e concussione. È quanto emerge dalle investigazioni dell'Arma che potrebbero presto chiudere il cerchio sull'ipotizzato “malaffare” fra i vigili romani. A fine febbraio scorso gli arresti eccellenti per il filone legato all'appalto per il ripristino post-incidente alla Sicurezza e Ambiente. Una presunta stecca da 30mila euro, sotto forma di sponsorizzazione al circolo del Gruppo sportivo dei vigili, nelle mani di Giuliani, il prezzo per la gestione del servizio. Sotto indagine dei carabinieri ci sarebbe un presunto giro di licenze di somministrazione. Una parte rilevante, nato non solo dalle denunce dei Bernabei (titolari di una catena di enoteche), ma anche dell'imprenditore antimafia Vincenzo Conticello, giunto a Roma nel 2011 per aprire le sue “focaccerie”. L'uomo potrebbe essere parte lesa nel procedimento, assieme a Orlando Corsetti, ex presidente del Primo Municipio, al quale riferì le pressioni. Raccontò di strani personaggi che lo avrebbero avvicinato, proponendogli l'acquisto, in nero, di licenze commerciali per la somministrazione nel Centro, dove le nuove aperture sono state regolarmente bloccate dal Comune. In questo contesto, stando alle informative, avrebbe avuto un ruolo anche il “supergeometra” Gagliardi, intimo amico di Ippoliti, con cui divideva la proprietà del ristorante Mignanelli, non lontano da piazza di Spagna, e finito sotto inchiesta. L'uomo, oltre all'amicizia con Ippoliti, ha anche interessi in comune con Giuliani. I due si conoscono da tempo. Abbastanza per acquistare una cava e un fabbricato nella Marsica. Sono entrambi abruzzesi, coetanei e amici almeno da quando il comandante dei vigili urbani era a capo del Primo gruppo. Una strana coppia. L'ex ufficiale, classe 1960, laureato in giurisprudenza a La Sapienza e nel 2005 in Scienze dell'investigazione, diventa comandante dei vigili del Centro storico nel 2002. Paolo Gagliardi, geometra, frequenta fin dai primi anni '90 il giro della movida romana. In poco tempo diventa un personaggio molto noto nell'ambiente e conquista la fiducia dei signori della notte e dei locali di serie B. Di Gagliardi, ricordano i carabinieri, c'è traccia nella vicenda che coinvolge gli imprenditori Daniele Laurito e Giuseppina Di Marzo, titolari della Dream srl, che volevano riavviare un locale sequestrato alla mafia, secondo un'offerta del Tribunale. L'Etò, al civico 44 di via Galvani, era stato confiscato a gennaio del 2009. A ottobre i ragazzi riescono ad entrare in contatto con il custode giudiziario. Il Tribunale non ha i soldi per pagare l'affitto e rischia lo sfratto per un debito di 90mila euro con il proprietario delle mura. I ragazzi hanno i loro risparmi. Con un deposito cauzionale di 40mila euro sbloccano lo sfratto e firmano il contratto con il Tribunale, e a novembre iniziano a pagare l'affitto di 13.500 euro. Firmando il contratto, Daniele e Pina entrano in possesso della licenza di somministrazione e di un'autorizzazione permanente per il ballo che comprende tutte le autorizzazioni sanitarie per poter aprire velocemente un locale del genere. Tutto certificato dal Tribunale. Non resta che volturare i permessi con l'intestazione della Dream Srl. Il locale si chiamerà MyClub. Si rivolgono allora a Paolo Gagliardi. Per cinque volture il “supergeometra” chiede 20mila euro. Troppi, così i ragazzi si rivolgono a un tecnico consigliato dal Tribunale, per la cifra di 7mila euro. Ma qualcosa non va. Il nuovo geometra porta indietro solo brutte notizie. La prima delle quali è che tutte le licenze e i permessi del locale erano stati revocati durante la custodia giudiziaria. Va fatto tutto da capo e bisogna attendere il parere della commissione. Il geometra riesce ad intestare 4 dei 5 permessi alla Dream Srl. Manca solo la licenza per il ballo, che gli uffici possono rilasciare solo dopo l'ispezione di un'apposita commissione. Ma per Daniele e Pina inizia il calvario. L'ispezione ritarda. Se resta aperto il locale è bersagliato dai controlli dei vigili urbani. Ma l'affitto galoppa e sono costretti a rischiare. Qualche sabato sera aprono. Iniziano a piovere verbali: «Faretti difformi, catenelle, perfino l'insegna esterna che avevamo ridotto rispetto a quella già esistente dell'Etò». Alla fine collezionano 7 contravvenzioni e una denuncia per abusivismo commerciale. Intanto passano settimane, durante le quali il geometra descrive il muro di gomma che trova in municipio e negli uffici tecnici della Municipale. Poi, una squadra di vigili del fuoco, vigili urbani, funzionari della Asl arrivano per l'ispezione. Tutto ok, compresa la «prevenzione incendio», autorizzazione indispensabile per un locale da ballo. Un permesso già presente anche nelle carte inserite dal Tribunale nel contratto di cessione ai ragazzi della licenza confiscata. Il giorno seguente Pina e Daniele si recano negli uffici municipali per ritirare la nuova licenza: li aspetta l'ennesima brutta notizia. Inspiegabilmente i vigili del fuoco avevano revocato l'autorizzazione antincendio. La licenza viene strappata davanti ai loro occhi e torna ad alzarsi il muro di gomma. Il locale non sarà mai aperto.
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