Baby squillo, al telefono il marito della Mussolini
Gli investigatori sono risaliti a Floriani per la raffica di chiamate alle ragazzine dei Parioli
«A che ora ci vediamo domani?», chiede il manager Mauro Floriani a una delle due baby squillo. È solo una delle intercettazioni sul marito del deputato Alessandra Mussolini contenute nel maxi incartamento investigativo sulla prostituzione minorile della procura di Roma. L'ex della Guardia di finanza è finito nell'indagine per le continue e frenetiche telefonate fatte alle due liceali. I tabulati telefonici lo hanno incastrato. Gli investigatori, infatti, hanno chiesto conto alle minori a chi appartenesse quel numero telefonico che si ripeteva più volte: «Floriani». L'indagine è molto ampia e presenta toni squallidi. Come quelli che emergono dagli atti d'arresto di Mirko Ieini, ieri ammanettato per la terza volta in questa maxi inchiesta. Ancora una volta c'è lo sfruttamento e, ancora una volta, pornografica e sostanze stupefacenti. Dalle indagini è emerso lo sfruttamento della prostituzione nei confronti di altre due 19enni e lo spaccio di droga a una 16enne, sorella di una delle due donne sfruttate. La ragazzina, che non si prostituiva ma alla quale Ieni avrebbe anche ceduto droga, in alcuni casi restava in macchina ad aspettare mentre si svolgevano gli incontri di sesso della sorella: doveva coprire la sua attività affinché la famiglia non si accorgesse di nulla. Inoltre, alcuni rapporti sessuali venivano filmati. Uno dei video, girato con un telefonino, è stato trovato sul computer di Ieni tra i file cancellati. Il filmato, infine, sarebbe stato effettuato all'insaputa delle persone riprese e si sente anche l'audio di una contrattazione di denaro. Dagli atti, inoltre, emergerebbe anche il tariffario: lo dice il gip riassumendo l'interrogatorio di una vittima, la quale «raccontava che quanto ai prezzi delle prestazioni per un rapporto orale la tariffa era di 100 euro e Mirko tratteneva per sé 20-30 euro, mentre se era concordato un rapporto completo la tariffa era 200 euro e Ieni tratteneva per sé 90 euro». La teste, inoltre, «aggiungeva che non era d'accordo sul tariffario e soprattutto in ordine alla percentuale dovuta a Ieni, che riteneva esosa». Negli atti, poi, si ricostruisce un presunto amore di Ieni verso una ragazza sfruttata. «Questa ragazza si era prostituita per un certo periodo per Ieni - ricostruisce il gip - ma poi aveva interrotto perché Ieni non voleva che continuasse: si era invaghito di lei». Proprio a causa di questo sentimento Ieni cedeva alla ragazza in questione la droga gratis.
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