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Così depistai tutti ai funerali di Hass

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Grazia Maria [email protected] Don Marco Schrott, lei è il prete che celebrò i funerali di Karl Hass, il maggiore delle Ss condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine....

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Don Marco Schrott, lei è il prete che celebrò i funerali di Karl Hass, il maggiore delle Ss condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Perché proprio lei? «Eravamo vicini di casa - risponde il sacerdote, 65 anni, dal 2010 parroco di Regina Pacis ad Ardea - Hass abitava in una casa vicino alla mia, a Castel Gandolfo in zona Monte Crescenzio, Villini di Marino, con la moglie e la figlia che si chiama Enrica, mia coetanea, eravamo amici d'infanzia, andavamo a scuola insieme e all'oratorio, e frequentavo la loro casa». Hass è morto il 21 aprile 2004. Vallini era il vescovo della diocesi di Albano. È vero che acconsentì ai funerali in chiesa prima che si sapesse che Hass era protestante? «Sì, è vero quello che avete scritto dopo aver interpellato l'ex parroco, don Waldemar Niedziolka. Lui avrebbe dovuto celebrare i funerali in chiesa. La figlia di Hass era cattolica. Si era molto adoperata perché il padre si convertisse. Ma era rimasto protestante. E così si ripiegò su una cerimonia nella cappellina del cimitero di Castel Gandolfo, un paio di giorni dopo la morte». E lei fu chiamato a dire una preghiera. Non si temevano rappresaglie? «Depistai tutti passando con il carro sotto il tunnel del lago di Albano. Senza questa prudenza anche Castel Gandolfo sarebbe diventato teatro di tumulti. E ben peggiori di quelli di Albano. Perché a Castel Gandolfo si erano radunati gruppi estremisti di destra e di sinistra, e si temevano scontri, l'aria era quella». La sua prudenza evitò i tumulti? «L'astuzia fu necessaria per evitare una situazione ben peggiore di quella accaduta ad Albano con l'assalto al carro funebre malridotto». Se anche l'avvocato Giachini fosse stato altrettanto prudente si sarebbero potuti fare a Roma i funerali di Priebke? «Si alzano polveroni ma bisogna preparare una civiltà dell'amore al peccatore e dell'odio al peccato». Hass si era pentito? «Sì, e non se ne faceva un vanto». La tomba di Hass non è diventata un mausoleo. Cosa direbbe a chi ha protestato per i funerali di Priebke a Roma? «Abbiamo ereditato tanto veleno, e odio. Ma queste persone oltre a essere boia sono anche vittime, gli hanno lavato il cervello. Odiamo questo orrendo passato, ma non chiuderemo con esso seminando altro odio. La Chiesa Cattolica risponde con il Vangelo, che cura le ferite, cercando di amare il nemico e nello stesso tempo di espellere nella società il male che è stato iniettato. Non riusciremo ad espellerlo prendendocela ancora con i vivi e con i morti».

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