A Roma e nel basso Lazio, le chiamiamo frappe. Le famose chiacchiere nate da un'idea di Raffaele Esposito, cuoco della Regina
Il cuoco di Corte della regina Margherita di Savoia era un tale di nome Raffaele Esposito. Fu proprio lui ad avere l'intuizione di dare questo simpatico nome al dolce di Carnevale per antonomasia: le chiacchiere. Costui prese spunto dalla richiesta della regina, che dovendo ricevere ospiti, gli chiese un dolce da gustare nel corso della chiacchierata. Da li nacque l'idea di affibbiare questo nome alle Chiacchiere di Carnevale. A Roma, così come nel basso Lazio, il loro nome è" frappe ".
È il dolce più amato dai bambini, che si travestono con mille maschere per onorare il Carnevale, lanciandosi coriandoli colorati in giro per i parchi della città.
Quest'anno, complice la pandemia, ho avuto più tempo da dedicare alla cucina e mi sono cimentata anche nella preparazione delle famose frappe fritte al miele. L'occorrente è farina 00, bicarbonato, lievito per dolci, zucchero, uova fresche, grappa, essenza di vaniglia, burro, olio per friggere, zucchero a velo e un pizzico di sale. Sulla spianatoia disponiamo la farina a fontana, al centro mettiamo tutti gli ingredienti in polvere. A questo punto uniamo le uova, la grappa, l'essenza di vaniglia e il burro ammorbidito, impastando per bene al fine di amalgamare tutti gli ingredienti. Il composto ottenuto va lavorato qualche minuto finché non diventi elastico. Qualora fosse troppo duro, sarà opportuno aggiungere dell'acqua tiepida. L'impasto ottenuto va coperto e lasciato riposare per un quarto d'ora in frigo. È il momento di prendere piccole parti d'impasto e di lavorarle con il mattarello sulla spianatoia infarinata per renderle sottili. Con una rotella dentellata ritagliamo delle striscioline larghe circa 4 cm e le annodiamo come se fossero un lembo di stoffa. In una padella antiaderente, friggiamo le frappe da entrambi i lati, in abbondante olio di semi, precedentemente riscaldato. Le mettiamo ad asciugare su carta assorbente e, una volta fredda, spolverizziamo con abbondante zucchero a velo. Tocco finale una colata di miele di rododendro dell'Alta Badia.
Qualora invece vogliate dare un tocco di femminilità e fantasia alle frappe, invece di realizzare delle striscioline con l'impasto, basterà seguire questo procedimento.
Prendendo piccole parti d'impasto, sulla spianatoia infarinata, con il mattarello formiamo una sfoglia sottile che andremo a tagliare in dischi circolari con un bicchiere. Procediamo in questo modo fino a terminare tutta la quantità di composto a disposizione. Sui dischetti vengono praticati dei tagli, lasciando il centro del disco intero. Uniamo con un po' di albume d'uovo i dischetti a due a due, in modo tale da sovrapporli affinché le incisioni si alternino formando quindi i petali di una rosa. Questo farà si che, nel momento in cui andremo a friggerle nell'olio bollente, i dischi gonfiandosi daranno forma a delle meravigliose rose. Il centro del fiore, una volta raffreddato su carta assorbente e asciugato dell'olio in eccesso, verrà farcito con della crema pasticcera e un'amarena in sciroppo. Vi è piaciuta l'idea? È della mia amica Isa, che la rubò alla rivista Famiglia Cristiana nel lontano 1980!
Ricetta delle frappe
500 gr di farina cucchiaio 00
3 gr di bicarbonato
3 gr di lievito per dolci
50 gr di zucchero
3 uova medie
30 ml di grappa
1 di essenza di vaniglia 50 gr di burro
Olio per friggere 3 litri
Miele di Rododendro dell'alta Badia
Zucchero al velo qb 1 pizzico di sale.
Per la farcitura crema pasticcera, amarene in sciroppo.