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Talismano Pedro per la Lazio

Lo spagnolo segna al 95' come Pedro: preziosa vittoria al Celtic Parl

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Ossigeno puro. Dopo la testa di Provedel, spunta quella di Pedro che segna un gol pesantissimo al 95’ e regala il ritorno alla vittoria in Champions dopo vent’anni. Il Celtic gioca bene ma sbaglia un’uscita dal basso nel recupero dopo aver accarezzato il successo. Questione di centimetri, il Var annulla all’80’ la rete di Palma del possibile 2-1, lo spagnolo segna sul filo del fuorigico e rianima Sarri con una vittoria preziosa. Apre il giapponese Furuhashi, pari di Vecino, poi tanta grinta e cuore per resistere fino all’acuto vincente di Pedrito. Nell’altra gara un ottimo Feyenoord ha perso sul campo dell’Atletico Madrid (3-2, doppietta di Morata), ora Simeone è in testa al gruppo insieme alla Lazio che sfrutta i minuti di recupero per ben due volte.
Rodgers deve fare a meno dei due squalificati (entrambi espulsi a Rotterdam nella prima gara del girone) Langerbielke e Holm, presenta un modulo speculare a quello laziale con tridente offensivo formato da Yang (coreano), Furuhashi e Maeda (quest’ultimi due dei cinque giapponesi nella rosa degli scozzesi). Il Celtic Park è una bolgia sempre, ancora di più contro i mille laziali che hanno un antico gemellaggio con i Rangers, l’altra squadra di Glasgow e una storica contrapposizione politica delle curve, di sinistra quella biancoverde, di destra quella biancoceleste. Sarri sceglie Patric con Romagnoli in difesa, Lazzari e Hysaj sono gli esterni. Conferma a centrocampo per il reparto che aveva giocato la prima partita di Champions contro l’Atletico, Vecino centrale con Kamada, al rientro e Luis Alberto. Davanti il solito tridente Felipe-Immobile-Zaccagni nonostante le condidature eccellenti di Isaksen e Pedro. Fischio iniziale dell’arbitro Lituano Rumsas con quattro giapponesi in campo e l’assalto dei padroni di casa: bastano dodici minuti e il vantaggio è servito con la difesa di Sarri che si fa prendere subito d’infilata. Furuhashi fa secco Provedel con una facilità irrisoria. La Lazio non si scompone anche se soffre le ripartenze, ha il grande merito di trovare il pari poco prima della mezz’ora con Vecino che sfrutta l’assist di Romagnoli e, in mischia, segna l’1-1. Felipe non sfrutta un paio di cambi di campo di Luis Alberto, Hatate impegna Provedel, la sfida è equilibrata, il primo tempo si chiude così senza altri sussulti.
Nella ripresa Felipe sbaglia un’occasione colossale, Provedel è bravo su una punizione del solito Hatate. A quel punto Rodgers comincia la girandola dei cambi: entrano Carter-Vickers e Paulo Bernardo, Sarri risponde con Guendouzi e Isaksen (fuori Luis Alberto, ammonito per proteste poco prima, e Felipe Anderson). Poco dopo esce anche Immobile per Castellanos con Ciro che lascia la fascia da capitano a Patric. L’attaccante argentino prende subito un giallo, il Var dà una mano alla Lazio perché Palma segna il 2-1 a dieci minuti dalla fine ma l’intervento arbitrale spegne la gioia del Celtic Park. Romagnoli salva alla disperata dopo un errore di Patric, Sarri prova a correre ai ripari con Pedro e Marusic che sostituiscono Zaccagni e Lazzari. Si soffre, poi la perla di Pedro che di testa infila Hart al 95’ sul cross al bacio di Guendouzi e regala tre punti pesanti alla Lazio.
Ora torna il campionato, domenica alle 15 all’Olimpico c’è l’Atalanta di Gasperini vera e propria bestia nera dei biancocelest</CW>i.
 

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