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Romagnoli si è preso la Lazio

In pochi mesi ha blindato il reparto. Il primo gol e il derby vinto contro la Roma le gioie più grandi

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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L’esordio con la maglia del suo cuore il 14 agosto contro il Bologna, il primo e finora unico gol il 2 ottobre contro lo Spezia. Quella corsa sotto la curva Nord per abbracciare la sua gente, il cerchio che si è chiuso. Finalmente Alessio Romagnoli si è preso la Lazio, in pochi mesi, dopo aver a lungo inseguito il sogno di tornare nella Capitale a giocare con la squadra di cui era tifoso sin da bambino. Il diesse Tare lavorava da tempo per riportarlo a casa e, proprio il giorno della sua presentazione ufficiale la scorsa estate, ha raccontato la verità sul suo acquisto a parametro zero: «Romagnoli è tifoso della Lazio, e per tanti anni avrebbe voluto indossare questa maglia. Dopo esserci incontrati tante volte siamo felici di presentarlo...». Il 28 febbraio del 2018, semifinale coppa Italia Lazio-Milan 4-5 dopo il rigore decisivo che proprio Alessio calciò in un Olimpico dove stava cominciando a nevicare. La rete, la gioia dei rossoneri di cui era capitano, lui a capo chino quasi a chiedere scusa alla sua curva per quel tiro decisivo. Quella notte era tutto chiaro, poi i problemi contrattuali col Milan hanno fatto il resto fino all’epilogo di una storia di calcio a lieto fine. 
Grande feeling con Sarri che gli ha subito affidato le chiavi di una difesa che veniva da 58 gol presi nello scorso campionato. Poche settimane, l’amore dei tifosi, qualche sincronismo da perfezionare con Patric, Casale e Gila che lo hanno affiancato e reparto blindato, il secondo dell’attuale serie A con 11 gol incassati (peraltro sei contro Salernitana e Juve nelle ultime partite prima della sosta mondiale). Finora 18 presenze e un gol, 1538 minuti complessivi (343 in Europa) con un rendimento costante dopo aver superato i postumi di problemi muscolari che si portava dietro dalla lunga esperienza milanese. Ora dirige la difesa sarriana, detta i tempi, chiama il fuorigioco, istruisce i compagni, si diletta a volte con lanci per far ripartire dal basso la manovra biancoceleste. Unico neo di questo primo scorcio di stagione, impreziosito dalla vittoria nel primo derby con la maglia biancoceleste, la mancata convocazione in nazionale quasi il ct dell’Italia Mancini non avesse colto i suoi progressi tecnico-tattici nella Lazio. Tant’è, ora si gode gli ultimi giorni di vacanza prima di rituffarsi nella fase decisiva del campionato.
La ripresa è fissata per il 29, la squadra si allenerà al centro sportivo di Formello almeno fino al 9 dicembre. Poi resta ancora in ballo la possibilità di andare dall’10 al 23 in ritiro in Turchia ma bisogna trovare tre amichevoli da disputare. Programma da perfezionare, novità definitive attese nelle prossime ore.
 

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