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Rabbia Lazio, ko contro la Salernitana e Sergej squalificato

Sconfitta 3-1 e giallo inesistente a Milinkovic che salterà il derby di domenica prossima: doppia beffa

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Crollo fisico e mentale. La Lazio prende tre gol in un pomeriggio che assomiglia alla notte di Halloween seppure con un giorno d’anticipo, si butta via contro la modesta Salernitana anche per colpa di un arbitro, Manganiello, che distrugge i sogni di una stagione di vertice. 
Ammonisce ingiustamente Milinkovic sul punteggio di 1-2 e la squadra si affloscia ben sapendo che Sergej non potrà giocare contro la Roma. Quasi una crisi isterica collettiva anche dei 40.000 dell’Olimpico che tutto si aspettavano meno di vedere le streghe nella sfida contro l’odiato ex club del presidente Lotito. Se poi aggiungiamo che i gol della rimonta granata dopo il gol iniziale di Zaccagni li hanno segnati Candreva, con un delizioso pallonetto, e l’ex romanista Fazio in una delle rare incursioni offensive, ecco spiegata una domenica bestiale (terza rete di Dia) per la Lazio spompata da tante partite ravvicinate e menomata da un terreno di gioco vergognoso: stavolta si è stirato Gyomber dopo pochi minuti.
È girato tutto male, troppo male, ma pesa tantissimo la direzione di gara capace di bissare la perla della passata stagione. Manganiello fa due su due, guarda caso, la scorsa stagione si era presentato alla vigilia del derby di ritorno (una coincidenza sfortunata) e aveva fatto squalificare per la stracittadina Zaccagni per una dubbia simulazione. Stavolta il bis, un errore grave in mezzo a una gara diretta male senza punire il gioco duro degli avversari. 
Adesso Sarri può dire di aver capito cosa significhi allenare la Lazio, un club vessato da sempre nei momenti decisivi da una classe arbitrale a volte persecutoria. E dire che il tecnico toscano aveva avuto qualche sospetto tanto da non schierare Milinkovic proprio per la diffida. La squadra, sempre orfana di Immobile, aveva risposto anche bene per un tempo dominando il gioco grazie alla rete di Zaccagni su genialata di Luis Alberto. Nicola ha scelto catenaccio organizzato come è giusto che sia per chi deve lottare per la salvezza, ha sofferto e poi colpito di rimessa. 
Nella ripresa il calo fisico, complice il gol del 2-0 fallito da Vecino davanti al portiere Sepe. Poi il pari di Candreva, la scelta di far entrare Milinkovic, la rete dell’1-2, il mancato pari di Vecino e il giallo di Sergej che ha devastato le certezze della Lazio che era in partita e poteva ancora riprendere almeno un punto: il sigillo di Dia è arrivato dopo l’ennesima ripartenza. 
Non era serata, la Salernitana fa lo scherzetto, Sarri è furioso per la seconda sconfitta interna (la Campania è indigesta, Napoli e Salernitana) e per aver subito tre reti in novanta minuti dopo averne incassate cinque in undici gare (Provedel bucato dopo 620’). 
Stanchezza e Manganiello, un cocktail letale che fa scivolare la Lazio in classifica e spegne, al momento, le ambizioni Champions.
 

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