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Ora i tifosi laziali amano Sarri ancora di più

Inchiesta della procura federale sulle parole contro gli arbitri dopo la sfida persa contro il Napoli

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Giù le mani da Maurizio Sarri. Ci mancava l’inchiesta della Procura Federale sulle parole pronunciate sabato sera a far aumentare l’amore dei laziali per il tecnico. Ha difeso a spada tratta la sua squadra presa a pallonate dal Napoli ma penalizzata da una arbitraggio, quello di Sozza, macchiato da evidenti errori che hanno condannato i biancocelesti oltre i loro demeriti. Sarri non ha usato giri di parole, è stato pungente, le sue accuse sono arrivate forti e chiare ai vertici arbitrali che le hanno rimandato al mittente. Incredibile, il giudizio positivo sulla direzione di Sozza è il segnale di una casta che, invece di ammettere i propri fisiologici errori, si arrocca su posizioni incomprensibili. Il gol del pari nasce da un angolo viziato dal fuorigioco di 3 metri di Osimhen e dal mezzo fallo di Kim su Luis Alberto degno almeno di uno stop per far riposizionare lo spagnolo come si è visto tante volte in altre gare. Poi il rigore negato a Lazzari, la gomitata di Mario Rui che tutti i moviolisti hanno giudicato meritevole del tiro dagli undici metri, per non parlare delle quindici ammonizioni in cinque partite. In passato il designatore si è scusato con altri club, stavolta nulla. Gli arbitri sono permalosi più delle mogli, non ammettono di essere toccati e la Lazio lo sa bene. Nella stagione 2017-2018, Champions persa dopo una vera e propria persecuzione (Giacomelli & co., il gol di Cutrone di gomito, unico mai visto in epoca Var e una serie di direzioni intimidatorie). Fare casino porta solo ritorsioni, lo dice la storia, ma i laziali amano lo stesso Sarri per quel coraggio folle di voler essere contro il sistema.

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