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Lazio-Genoa cartina di tornasole

Sfogo di Lotito che chiede ai suoi giocatori maggiore impegno. Sarri rinnova fino al 2025

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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L’autolesionismo che da sempre alimenta il mondo Lazio è riuscito a trasformare una svolta storica di Lotito nella cena delle beffe. Il presidente, dopo che per anni era stato accusato di dedicarsi troppo alle sue battaglie nel palazzo del calcio piuttosto che alla Salernitana, si innamora di Maurizio Sarri e annuncia il rinnovo del contratto. D’accordo non era accaduto lo stesso con Inzaghi, ma in quella occasione giustamente erano piovute delle critiche alla società per non aver pianificato un progetto pluriennale in tempi adeguati. Lotito temporeggia troppo, è attendista, sbaglia. Ora sposa Sarri fino al 2025 con opzione per l’anno successivo, è disposto a sacrificare i gioielli di famiglia per affidarsi al tecnico toscano di cui ha fiducia cieca nonostante i risultati scadenti finora ma, al momento dell’annuncio, mezza squadra non c’è. La successiva invettiva del presidente con toni fin troppo aspri è giustificata dalla fuga di sette giocatori, scatena veleni e reazioni, al momento imprevedibili e produce le scuse tardive dei disertori. La notte del lancio del nuovo progetto diventa uno snodo cruciale: svolta o caos perché nelle prossime partite può accadere di tutto a prescindere dall’avversario. Dalla reazione del gruppo che ieri si è allenato senza apparenti tensioni, deve dimostrare di aver capito il senso delle parole del padrone che ha chiesto maggiore impegno a tutti. Vittoria o tracollo anche se pure stavolta una bella serata per i tifosi ha lasciato un velo di angoscia per le possibili ripercussioni future.

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