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Lazio spuntata, la Juve passa all'Olimpico con due rigori

Sarri paga l'assenza di Immobile, Allegri lo raggiunge n classifica

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Lenta, compassata e spuntata, una Lazio troppo prevedibile sbatte sul muro della Juve e rimedia la prima sconfitta interna: decidono due rigori di Bonucci fischiati dal solito Di Bello, come sempre persecutorio nei riguardi della Lazio. 
Senza Immobile c'è poco profondità, il possesso palla non basta e Sarri rimedia un brutto ko in chiave Champions dal nemico Allegri. Ciro non rischia e lascia spazio a Pedro nella posizione di centravanti con Felipe Anderson e il redivivo Zaccagni (all'esordio dall'inizio) ai lati dello spagnolo. Conferma per Cataldi in regia mentre dietro recupera Lazzari con Marusic ancora alle prese col Covid. Allegri deve fare i conti con l'assenza di Dybala e presenta un 3-5-2 molto scolastico con Morata e Chiesa di punta. Poco prima del fischio d'inizio, volo di Olympia e festa sotto la Nord per Immobile che è diventato il bomber più prolifico della storia biancoceleste. Ciro piange, si commuove mentre l'Olimpico scandisce il suo nome. 
Parte meglio la Lazio che con Lazzari e Felipe Anderson sfonda a destra ma, senza un punto di riferimento centrale, si fatica a creare problemi a una Juve arroccata. Ci sarebbe un rigorino su Pedro, l'arbitro Di Bello fa spallucce. Al 12' la svolta involontaria: si fa male Danilo in uno scontro con Hysaj e Allegri inserisce Kulusevski mettendosi a specchio, con il 4-3-3. La Juve mette il «corto muso» fuori dalla propria metà campo e sfrutta un intervento in ritardo di Cataldi su Morata, l'arbitro fa giocare ma Banti lo richiama al Var. Rigore e vantaggio di Bonucci che anestetizza il gioco laziale, troppo lezioso per mettere paura ai bianconeri. Il primo tiro in porta, si fa per dire, è di Milinkovic, Szczesny è pronto. Morata gira alto da buona posizione, l'arbitro sceglie un metro molto fisico che di certo non favorisce la Lazio. 
Nella ripresa tanti assalti ma il muro della Juve è di ferro e, né Luis Alberto, né Pedro riescono a trovare l'imbucata giusta. Anzi è la Juve di rimessa a sfiorare il gol della sicurezza con Kulusevski. Sarri ci prova con i cambi ma, con Muriqi e Raul Moro al posto di Zaccagni e Anderson sfiniti, la Lazio sparisce dal campo. 
Entra Kean, Chiesa si prende un altro rigore per una follia di Reina (prima esce sbagliando il tempo, poi stende l'attaccante azzurro quando i compagni avevano recuperato): Bonucci trasforma e fa 0-2 tra le protesta laziali perché il contropiede parte dopo un fallo netto su Muriqi. Reina ferma Kean per il tris, tutti in castigo la Lazio non spicca il volo, la Juve vince col catenaccio ma non è guarita. 
 

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