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Mogol tra pensieri e parole, così la letteratura diventa musica

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Un viaggio attraverso la letteratura in musica dell’autore più ispirato e prolifico della canzone italiana. «Mogol - Oltre le parole» è l’antologia commentata a cura di Clemente J. Mimun e Vittoria Frontini che accendono i riflettori sull’arte che nasce dalla melodia e la trasforma in immagini, poesia, racconto.

Il volume di Mimun e Frontini, edito da Minerva con la prefazione di Mollica, è un excursus che trae origine dalle produzioni letterarie dei primi anni ’60 e dà la parola direttamente al Maestro che svela aneddoti e retroscena del processo compositivo. Una voce lucida e confidenziale rivela dietro le quinte e sollecitazioni biografiche che hanno ispirato opere diventate leggenda. L’antologia è preceduta da un’intervista «a tu per tu» di Mimun con l’autore. Un faccia a faccia tra amici di vecchia data che, seduti attorno a un tavolo, parlano di musica, incontri e vita. Emergono così opere, umanità e verità di uno dei maggiori geni italiani. Sollecitato dalle domande di Mimun, Giulio Rapetti illustra la sua poetica, il «sistema» fondato sulla verità del racconto che il Maestro insegna anche nel Centro Europeo di Toscolano in Umbria. «Comincio a cercare il momento clou - spiega Mogol - Provo a capire cosa stia dicendo in quell’attimo e poi ricostruisco tutta la canzone sulla base di ciò che ho trovato. Come? Attraverso il ricordo di quello che ho vissuto. È molto importante raccontare qualcosa che sia aderente alla vita, quindi reale, possibile, qualcosa che sia realmente accaduto o che possa accadere. Una canzone non dev’essere scritta per commuovere la gente o per una ricerca di mercato. Dev’essere qualcosa di vero. Se le parole riescono a esprimere ciò che è nascosto nella musica allora si raggiunge l’emozione».

Inevitabile il riferimento al sodalizio artistico con Lucio Battisti. «L’assenza la sento ancora adesso - confessa Mogol - Quando scrivevamo insieme vivevo un profondo senso di piacere nonostante abbia scritto canzoni anche con tanti altri bravissimi artisti, compositori e autori. Ma con lui c’era qualcosa di diverso». Da anni Mogol è impegnato al fianco della Siae per la difesa del diritto d’autore messo in pericolo dalle piattaforme digitali. «Hanno miliardi di iscritti e si rifiutano di pagare parlando di libertà - dichiara il Maestro - Tutto questo mi preoccupa moltissimo...La questione è che non devono essere le persone normali a pagare il diritto d’autore ma quelle piattaforme piene di soldi che guadagnano grazie all’utilizzo di questo materiale...È come andare al ristorante, ordinare, mangiare e quando arriva il conto non pagare perché il ristoratore "sta limitando la nostra libertà"...La Siae è un compenso per quelli che lavorano per la cultura ed è giusto che venga pagato. Io non posso capire come un Paese possa avversare il fatto di pagare gente che lavora per la cultura».

Poi Mimun e la Frontini ci accompagnano attraverso 60 anni di canzoni con l’antologia delle opere commentate da Mogol. Una lunga scia di successi che ha segnato la storia della musica italiana. Dal primo Sanremo vinto con «Al di là» a «Stessa spiaggia, stesso mare», dalle collaborazioni con Adriano Celentano a Bobby Solo e Lucio Battisti, dall’Equipe 84 alla PFM, da Luigi Tenco a Nicola Di Bari, da Mina a Bruno Lauzi, da Cocciante, Dalla & Morandi a Mango, Rino Gaetano e Gianni Bella. Le annotazioni del Maestro ci svelano atmosfere, retroscena e confidenze di oltre mezzo secolo di musica e costume. Come quando Mogol racconta chi si nasconde dietro «Balla Linda». «Linda l’ho conosciuta veramente - racconta l’autore - Era una ragazza americana, disinibita e spontanea che si è facilmente concessa a me. Da quest’avventura di una notte ho tratto l’ispirazione per scrivere una canzone che sottolineasse il confronto tra una donna che ti dà quello che sente e un’altra che promette più di quello che dà. Linda è l’avventura, l’altra un amore inventato». O come quando il Maestro ripercorre il giorno in cui scrisse le parole di «E penso a te». «È una canzone che ho scritto seduto sul sedile posteriore di una Seicento. Non ricordo chi guidasse l’auto ma Battisti sedeva di fianco al guidatore e suonava la melodia con la chitarra. Stavamo andando a Como e ho iniziato a scrivere il testo al casello dell’autostrada di Milano, quando siamo arrivati a destinazione lo avevo già finito, ci avrò messo circa 20 minuti».

Emozioni e vita vera raccontati anche grazie alle foto provenienti dagli archivi personali di casa Mogol. Rapetti è immortalato da bambino con la mamma Marina, la sorella, i figli e con la prima moglie. Poi la Nazionale Cantanti e i mille incontri che hanno reso unica la sua vita. La mitica cavalcata Milano-Roma del 1970 al fianco di Lucio Battisti, l’area del Cet vista dall’alto, i nipoti e il matrimonio con Daniela. «Mogol - Oltre le parole» è un preziosissimo diario di bordo per chi vuole conoscere da vicino i segreti e l’arte di chi scrive da decenni la colonna sonora della nostra vita.
 

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