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Cambio di sesso a 13 anni, la sentenza è un caso: "Piena consapevolezza"

Foto: Unsplash

Luigi Frasca
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Una sentenza destinata a far discutere. È quella che riguarda il cambio di sesso di un tredicenne, il più giovane d'Italia a ottenere la riattribuzione anagrafica. Una transizione da bambina a bambino che ha trovato alcune resistenze in ambito scolastico, vista la giovanissima età del protagonista, ma che i giudici del tribunale di La Spezia hanno avallato. 

I giudici hanno stabilito la riattribuzione del sesso anagrafico. Già dalle elementari veniva chiamato con un nome maschile diverso da quello, femminile, della nascita, anche sui quaderni di scuola. La transizione era iniziata dall'infanzia. I giudici, riporta La Nazione, hanno accertato “il percorso psicoterapico seguito con costanza, le terapie ormonali praticate con successo e la matura gestione del disagio sociale conseguente al processo di cambiamento” e hanno accolto il ricorso presentato alla Procura dai genitori, assistiti dall’avvocato viareggino Stefano Genick, “nella convinzione che" il ragazzino "abbia maturato una piena consapevolezza circa l’incongruenza tra il suo corpo e il vissuto d’identità come fino ad ora sperimentato” così “da consentirle di concludere, altrettanto consapevolmente un progetto volto a ristabilire irreversibilmente uno stato di armonia tra soma e psiche nella percezione della propria appartenenza sessuale”.

Il legale parla di "sentenza storica". Secondo quanto riportato, già dal 2021 il bambino è stato sottoposto ad una terapia farmacologica a base di triptorelina, per sospendere lo sviluppo e consentire un riallineamento del corpo con la percezione di sé dopo che disturbi dell’identità di genere erano stati accertati dal centro di andrologia e endocrinologia dell’ospedale di Careggi a Firenze. Una vicenda che solleva nuovi interrogativi su un tema particolarmente delicato. 

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