Caso Orlandi, la rabbia del figlio dello zio Mario: "Nessun orco in famiglia"
Lo zio Mario non c'entra, nessun orco in famiglia. La verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi va cercata altrove. Pietro Meneguzzi, il cugino della cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno 1983 a Roma mentre l'allora 15enne rientrava a casa dopo le lezioni di musica, è stato intervistato insieme a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, nella puntata di mercoledì 10 dicembre di Chi l'ha visto?, il programma condotto da Federica Sciarelli su Rai3. Pietro è il figlio di Mario Meneguzzi, su cui negli ultimi giorni si è focalizzata l’attenzione dopo alcuni documenti scovati da Massimo Giletti che ha riacceso i riflettori sulla pista familiare. “Questa pista riproposta dopo che era stata accantonata, rilanciata senza nessun nuovo elemento di indagine e nessun fondamento e un po’ gli Orlandi da vittime in un soffio diventano carnefici. Natalina (la sorella maggiore di Emanuela, ndr) è stata assaltata dalle telecamere sotto casa”, ha sottolineato Sciarelli.
Il riferimento è alla notizia di una confessione che nel 1978 Natalina Orlandi fece a un sacerdote sudamericano, ossia di essere turbata per le attenzioni dello zio. "Avances verbali", e basta. ha detto recentemente la donna in una conferenza stampa. Meneguzzi all'epoca su indagato, ma i sospetti caddero poco dopo.
Caso Orlandi, giallo sul documento degli 007. Bomba di Giletti: 4 pagine sparite
“Come succede per tutti i casi di scomparsa, si indaga anche tra i familiari ma all’epoca accertarono che non c’era nessun orco in famiglia. Mio padre è deceduto nel luglio del 2009. Oggi avrebbe avuto 93 anni e credo che se fosse vivo non sarebbe neanche uscita questa cosa. Si tratta di un vecchio sospetto – ha spiegato il figlio dello zio Mario – accantonato. Furono delle avances verbali e niente di più come ha detto nel 2023 Natalina in conferenza stampa. Sono sempre le stesse storie che tirano fuori per allontanare dalla verità, quella vera ma noi siamo ancora qui. Comunque è giusto che dopo 42 anni la Procura è giusto riparta da zero e indaghi di nuovo su tutte le piste. Siamo stati richiamati tutti dal Pm che vuole ricostruire la vicenda”.
L'uomo è tornato sulla recente perquisizione della Polizia a casa dei Meneguzzi, in cui sono state prelevate microcassette audio, trovate in cantina, e Vhs contenenti programi tv e riprese amatoriali di cerimonie ed eventi. "Mio padre è morto e non può difendersi. Lo difendo io", afferma Meneguzzi.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto