Hannoun contro il Tempo: "Ci sono giornali corrotti". E in piazza lanciano l'intifada
Ennesima manifestazione di Mohammad Hannoun a Milano, organizzata dall’Api, la sua associazione del Palestinesi in Italia. Lui non può presenziare a causa del foglio di via ricevuto dal capoluogo lombardo dopo le frasi sui «collaborazionisti da uccidere». Ecco, quindi, che poco dopo che i suoi amici di piazza hanno gridato all’«intifada fino alla vittoria» e al «7 ottobre non è una ricorrenza, ora e sempre resistenza», lui si è collegato telefonicamente e ha ricordato che per lui quella di Trump non è assolutamente una tregua giusta, ma soprattutto ha rilanciato gli appuntamenti del 28 e 29 novembre, in cui si terranno gli ennesimi cortei, che hanno sempre più il sapore politico. Non più solo la causa Gazawi, oggi i temi al centro sono i salari: «Non i privilegi. Tolgano ai ricchi per dare ai poveri», è il sottotitolo del manifesto. Insomma, Hannoun da fan di Hamas, come lui stesso si è definito, è diventato un Robin Hood al servizio degli ultimi. Ed è proprio in piccolo nella locandina che scorgiamo la presenza anche di realtà politiche locali che prenderanno parte attivamente alle piazze da lui indette. Il giordano ritenuto dal Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d’America una propaggine di Hamas in Italia è protagonista di una sorta di tour elettorale che lo ha visto recarsi venerdì sera a Crema e Mantova in un doppio appuntamento.
Ed è proprio lì che ha accusato la stampa che si occupa di lui e delle sue connivenze con la politica di sinistra di essere costituita da «giornalisti corrotti che cercano di demonizzare il nostro movimento e la nostra mobilitazione». Questo perché ci siamo discostati dalla retorica della «Resistenza», svelando i legami che aveva con la Flotilla e con i parlamentari della sinistra italiana. Ma, di recente, ha cominciato a intrattenere rapporti con sigle extraparlamentari come Potere al Popolo e l’Usb (Unione sindacale di base), con cui è avvenuta la prima assemblea permanente a Piacenza. Un ricollocamento in piena regola di chi sta sondando la strada politica. Anche perché, senza operazioni via mare per cui manifestare e con una tregua in atto, molti "leader" sono senza patria, senza causa. Ma mobilitare le piazze qualunque sia il motore effettivo, è la linfa vitale di movimenti nati su questo genere di propaganda. E, infatti, oggi continua a parlare di «soldati bastardi e figli di puttana che hanno stuprato una donna palestinese», di «entità criminale israeliana». Il centrodestra continua a chiedere l’espulsione per Hannoun, e dalla sinistra "paladina dei diritti" nemmeno una parola di condanna verso simili dichiarazioni. In un doppiopesismo morale che, ora, è lampante e non ha più giustificazioni. Anzi, non ne ha mai avute.
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