Piantedosi ai funerali dell'agente ucciso, 28enne guidava sotto effetto di alcol e cocaina
Sotto effetto di alcol e cocaina guidava il suv a velocità elevatissima, incurante delle richieste di rallentare da parte dei giovani passeggeri, tra cui tre ragazze minorenni, finché non ha travolto la volante a bordo della quale viaggiavano i poliziotti Aniello Scarpati e Ciro Cozzolino, uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo. OrA Tommaso Severino, 28 anni, si dice "disperato e costernato" per quanto accaduto nella notte del 1° novembre a Torre del Greco, in provincia di Napoli. La ricostruzione di quanto avvenuto in quei momenti drammatici è contenuta nell'ordinanza con la quale il gip di Torre Annunziata Riccardo Sena ha convalidato l'arresto, confermando la misura della custodia cautelare in carcere per il 28enne al quale sono contestati i reati di omicidio stradale, lesioni personali stradali e omissione di soccorso aggravata.
Dopo aver provocato l'incidente, ricostruisce il gip, il 28enne ha fumato una sigaretta sul posto, per poi allontanarsi senza prestare soccorso né agli agenti investiti, né agli altri passeggeri dell'auto da lui guidata. Per il giudice l'indagato ha tenuto una condotta caratterizzata da un "livello di colpa elevatissima", essendosi posto alla guida dell'auto "sotto l'influenza dell'alcol e della cocaina, essendo risultato positivo alla cocaina e avendo un tasso alcolemico superiore ai livelli consentiti, e avendo viaggiato a velocità elevatissima, nonostante alcuni dei passeggeri dell'auto dallo stesso condotta lo avessero più volte invitato a moderare la velocità". Severino, assistito dall'avvocato Domenico Dello Iacono, ha ammesso di essersi messo alla guida in stato di alterazione per uso di alcol ma ha sostenuto di non aver assunto stupefacenti. Il legale presenterà istanza al riesame per l'ottenimento degli arresti domiciliari. "Chi ha sbagliato pagherà", ha detto la moglie dell'agente, Eliana Donadoni, dopo i funerali celebrati nella chiesa cristiana evangelica Adi in via Fra' Gregorio Carafa, a Napoli, alla presenza del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e del capo della Polizia Vittorio Pisani.
Il titolare del Viminale è intervenuto nel corso della cerimonia, parlando della morte di Scarpati e di "ogni vita che si spegne mentre si serve lo Stato" come di "una ferita collettiva, che richiama ciascuno di noi a riflettere sui valori della sicurezza e della convivenza civile che quotidianamente vengono difesi. La morte in servizio di un poliziotto - ha detto Piantedosi - è una testimonianza, ci ricorda che la legalità e la giustizia hanno un costo. Il sacrificio di Aniello è un richiamo al rispetto per la dedizione silenziosa che dà senso alle nostre istituzioni". Dopo la cerimonia funebre, Piantedosi e Pisani hanno visitato il collega di Scarpati, l'agente Ciro Cozzolino, ricoverato all'Ospedale del Mare per la frattura del bacino e diverse contusioni riportate nell'incidente. Le sue condizioni sono in miglioramento, i medici hanno sciolto la prognosi e l'agente è stato trasferito al reparto di ortopedia.
Dai blog
La Lazio cade a San Siro contro l'Inter