Il rappresentante Onu: "Il rapporto di Albanese su Gaza privo di credibilità"
Un rapporto “totalmente privo di credibilità e imparzialità, come Italia non ne siamo sorpresi”. Lo ha detto il rappresentante italiano all'Onu, Maurizio Massari, parlando alla presentazione del report di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, intitolato “Un genocidio internazionale”. “Il contenuto del rapporto -sostiene Massari - oltrepassa palesemente il mandato specifico del Relatore speciale, che non comprende indagini su presunte violazioni commesse da altri Stati o entità, né giudizi sulla cooperazione tra paesi terzi e la Corte penale internazionale”. “Ancora più preoccupante è la completa inosservanza, in particolare negli ultimi mesi, del codice di condotta per gli Special Rapporteur, che comprende principi di senso comune come l’integrità, l'imparzialità e la buona fede”, ha proseguito l’ambasciatore Massari, sottolineando che questo codice di condotta chiede che i Rapporteur “assicurino che le loro opinioni politiche non pregiudichino l’esecuzione della loro missione” ed esercitino “moderazione e discrezione”.
“Ci sono ampie prove online e nelle sue interviste che come Special Rapporteur, la signora Albanese non può essere considerata imparziale - ha continuato - in un recente evento pubblico in Italia è sembrato persino che mettesse in discussione la dichiarazione di un sindaco locale perché chiedeva il rilascio degli ostaggi israeliani”. “Di fronte alla mancanza di credibilità, imparzialità di un documento noi abbiamo scelto di non commentare e non lo faremo neanche oggi”, ha poi proseguito. “Una domanda diretta al Rapporteur: lei crede veramente che questo rapporto e il dibattito di oggi contribuiscano a raggiungere una pace sostenibile e duratura nella regione o costruire un dialogo tra le parti? Crede che questo rapporto sostenga gli attuali sforzi per la pace e la ricostruzione a Gaza o allievi le sofferenze dei civili?”. “Sarebbe un tragico paradosso se l’Onu fosse percepita come qualcosa che mina la pace invece che promuoverla”, ha concluso Massari.
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