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Venezia, il caso "Shakira": la borseggiatrice dei record condannata e subito in libertà

Alice Antico

Una delle borseggiatrici più note di Venezia, soprannominata “Shakira”, è stata condannata a un anno di reclusione per aver violato il divieto di dimora nella città lagunare. La ventenne, già con oltre sessanta procedimenti penali alle spalle, è stata riconosciuta e fermata dai cosiddetti “cittadini non distratti” nei primi giorni di agosto. Subito dopo la sentenza è però tornata in libertà, alimentando le polemiche sull’efficacia delle misure di prevenzione. Nata a Roma da una famiglia di origini bosniache, Shakira è nota per i suoi blitz ai danni di turisti distratti e per i numerosi fogli di via collezionati. Nonostante la condanna con rito abbreviato, la giudice Michela Rizzi ha disposto solo l’ennesimo divieto di dimora a Venezia, in base al decreto Caivano.

 

Il caso ha riacceso le critiche verso leggi considerate troppo deboli: in particolare la riforma 'Cartabia' che rende il furto perseguibile solo su querela, e spesso chi viene fermato torna libero in poche ore. A tal proposito Monica Poli, la consigliera conosciuta online come “lady pickpocket”, denuncia da tempo che le bande continuano ad agire indisturbate mentre i cittadini restano esposti, arrivando perfino a essere denunciati dagli stessi ladri.

 

Per Shakira tuttavia la vicenda giudiziaria non è chiusa: la difesa ha chiesto un rinvio e resta da vedere se il nuovo divieto di dimora sarà rispettato o se, come già accaduto, verrà di nuovo sorpresa tra i turisti.