Modena, minacce, violenze e pressioni per far convertire la compagna indù all'Islam
È ancora una volta un fatto di cronaca a rilanciare l'allarme islamizzazione in Italia e a funzionare da termometro. Una donna indù è stata picchiata, insultata e forzata a convertirsi all'Islam dal compagno, un pakistano. "Se non mi fossi convertita, non mi avrebbe sposata": così la 35enne ha spiegato il motivo che l'ha portata a sporgere denuncia alla Polizia Locale di Modena. Quando ha subito l'ennesima violenza da parte del coetaneo ed ex convivente, la donna ha deciso di reagire e di recarsi al comando. L'uomo, rappresentato dall'avvocato del foro di Modena Roberto Ghini, lunedì dinanzi al giudice si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma, stando a quanto emerso, avrebbe picchiato la compagna anche durante la gravidanza e davanti alla figlioletta.
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Lo scorso 15 agosto nei confronti del pakistano è scattata la misura cautelare della misura dell'allontanamento con prescrizione di restare a 500 metri di distanza dalla donna e dalla figlioletta, che oggi ha quattro anni. All'indagato è stato applicato anche il braccialetto elettronico. A eseguire il provvedimento il giorno di Ferragosto è stata la polizia locale: le accuse a carico dell'uomo sono quella di maltrattamenti e violenza sessuale aggravati e lesioni ai danni della donna. Aggravati dall'essere stati commessi ai danni di una donna incinta - all'epoca dei fatti - e successivamente alla presenza della figlia minore. Gli episodi contestati sarebbero iniziati nel 2019. Tra le condotte contestate, appunto, anche le pressioni ai danni della giovane per convertirla all'Islam.
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