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Bandecchi canta vittoria su Report: annullato l'accertamento milionario a UniCusano

Filippo Impallomeni
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Annullato integralmente l’avviso di accertamento da 8,6 milioni di euro disposto a Unicusano, l’università telematica di cui è a capo il Sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Il ricorso è stato accolto dalla Corte di Giustizia Tributaria, che ha dichiarato del tutto infondato l’accertamento tributario che era stato disposto all’ateneo. Il caso è noto, e la polemica era stata sollevata da Sigfrido Ranucci attraverso servizi andati in onda su Report. Che non limitandosi ad attaccare pesantemente l’operato del Patron di Unicusano, lo aveva etichettato come un «malato di mente». L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza avevano contestato all’università la natura commerciale delle sue attività, legate a società partecipate, una radio e una squadra di calcio. Ora, la pronuncia dei giudici ha smentito il processo ante-tempore fomentato da Ranucci. «Tali attività non snaturano il carattere universitario dell’Ente, che resta primariamente dedito alla formazione, ricerca e sviluppo», si legge nella sentenza. Ed è dunque arrivata la «conferma della correttezza della condotta dell'Università e della legittimità delle sue attività istituzionali». 

«Certo che Ranucci si è preso una bella briga», Bandecchi lo aveva sottolineato e i fatti ne sono la certifica. Ora Unicusano esulta e «prendendo atto con soddisfazione di questa decisione, che riconosce la piena legittimità del suo operato nel rispetto della normativa fiscale applicabile agli enti non commerciali, desidera esprimere ai propri organi apicali - il presidente del Consiglio di amministrazione Giovanni Puoti, il vice presidente Stefano Ranucci e gli amministratori delegati Stefano Bandecchi e Fabio Stefanelli - l'apprezzamento e la stima di tutta la comunità universitaria per la loro alta professionalità, ampiamente dimostrata in occasione del contenzioso con la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate», si legge in un comunicato.

La sentenza, è stato spiegato dall’università, «rappresenta senza dubbio un importante precedente a tutela dell'autonomia universitaria e della corretta qualificazione fiscale degli enti di formazione superiore». Sarà dunque l'Agenzia delle Entrate a essere costretta al pagamento delle spese processuali, liquidate in 10.000 euro oltre accessori di legge. Una vittoria non solo in termini economici, ma anche simbolica, dedicata a chi si arroga il diritto di infiltrarsi a gamba testa nella vita privata altrui, salvo poi nascondersi dietro al «diritto di inchiesta». Ma non giustifichiamo la violenza e speriamo che Bandecchi non darà i due manrovesci promessi, considerando che potrebbe sentirsi legittimato. Lo aveva intimato a Sigfrido, dopo il danno all’immagine che gli aveva procurato in diretta nazionale: «Se mi incontra per strada vedrà quanto sono malato di mente questo comunista di m***a». 

Ma torniamo all’annullamento dell’accertamento su Ires e Irap.  A raccontare i dettagli della vicenda è stato il Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università Niccolò Cusano, Giovanni Puoti, che ha spiegato come si trattasse di «un’accusa infondata, non siamo una holding come sostenuto dall’Agenzia delle Entrate, ma un’università a tutti gli effetti. Ed è stato dimostrato in giudizio che anche se l’ateneo partecipa ad alcune attività commerciali attraverso società, queste sono comunque marginali e funzionali alla terza missione dell’università. Ovvero quella di entrare nel tessuto sociale ed economico del Paese».  C’è di più: quello attuato da Unicusano è un modello ispiratosi alle università statunitensi, dove gli atenei si muovono anche nell’economia. E, come chiarito da Puoti, «anche in Italia, le norme tributarie distinguono tra enti non commerciali che, pur partecipando ad attività accessorie, restano tali se queste non sono prevalenti». Contro gli attacchi gratuiti ricevuti ha poi detto: “È stato un accanimento mediatico probabilmente mosso da ragioni che nulla avevano a che fare con il fisco. L’università ha subito un danno d’immagine che difficilmente verrà risarcito». 

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