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Chef Rubio a processo per diffamazione aggravata e istigazione alla violenza

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Il gup di Roma ha rinviato a giudizio Gabriele Rubini, meglio noto come "Chef Rubio", con l’accusa di diffamazione aggravata e istigazione alla violenza. Nel procedimento si sono costituite come parte civile la comunità ebraica di Roma e l’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane). Stando a quanto si apprende, le contestazioni risalgono a febbraio e marzo 2020 per due distinti interventi antisemiti. Il primo su un’emittente radiofonica in cui "con riferimenti denigratori - si legge nel capo di imputazione - offendeva la popolazione ebraica e lo Stato di Israele" e il secondo durante un convegno in un centro sociale di Roma in cui "istigava a commettere violenza". 

 

 

Nel primo caso, Rubio avrebbe affermato: "Non c’è solo l’Olocausto, ci sono tantissimi genocidi nel mondo ma se ci fate caso siamo portati a pensare solo a quello che ha colpito gli ebrei che poi non tutti gli ebrei perchè quelli ricchi si sono venduti pure le sorelle e le famiglie...". Nel secondo, secondo l’accusa, Rubini avrebbe incitato "a commettere violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi nei confronti dello Stato di Israele inserendo nel discorso anche le affermazioni: 'Di essere pronto a prendere le armi qualora fosse necessario, contro lo stesso Stato di Israelè' e inoltre pubblicava sui profili social messaggi dello stesso tenore". Il processo è stato fissato per il 1 giugno 2026.

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