Industria, piano del governo: settore auto verso la produzione di armamenti
Una transizione che non è quelle energetica ma che prevede il passaggio dell'industria dell'automotive a quello della componentistica bellico. Emerge da un scenario in cui la crisi geopolitica e quella del settore delle quattro ruote possono convergere. C'è un "piano segreto" allo studio del governo "per agevolare la conversione di una parte almeno delle aziende italiane dal settore automobilistico alla componentistica bellica", scrive Francesco Verderami sul Corriere della sera. Si tratta di un progetto che giunge a maturazione con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e che prevede il coinvolgimento dei i ministri dell’Economia, delle Imprese e della Difesa. Muove dalla certezza che in futuro si venderanno meno auto, con le ripercussioni ovvie sui lavoratori del settore.
Per "tentare di mettere in sicurezza i lavoratori" come avvenuto in Germania che "sta riconvertendo in armamenti", l'Italia deve adeguarsi per "non perdere la filiera", è il ragionamento attribuito alla premier. La conversione di parte dell'industria dell'auto in armamenti nei piani ha un traguardo di circa dieci anni e, secondo quanto riportato nel retroscena, si sta già lavorando al piano anche dal punto di vista delle finanze pubbliche. "Oltre alla joint venture multimilionaria di Leonardo con il colosso tedesco Rheinmetall per la produzione di mezzi corazzati, e all’attività di Iveco Defense, fonti autorevoli raccontano che persino Ferrari starebbe valutando collaborazioni con aziende del settore militare", scrive Verderami.
Armi e munizioni al posto delle macchine? L'opinione pubblica potrebbe avere da ridire, osserva il giornalista, ma sul fronte economico l'impatto della transizione sarebbe positivo come certifica uno studio del Senato.
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