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Morte di Matacena, giallo su altri dna

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Augusto Parboni
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L’inchiesta sulla morte dell’ex parlamentare calabrese di Forza Italia Amedeo Matacena non si ferma, tanto che gli inquirenti hanno deciso di disporre ulteriori esami scientifici per capire quali siano state le cause della morte dell’armatore. La procura di Reggio Calabria, per risolvere il «giallo» sul decesso di Matacena, ha notificato nei giorni scorsi un avviso di accertamenti tecnici irripetibili riguardo alla comparazione del dna di Amedeo Matacena con quello del figlio, avuto con la presentatrice Alessandra Canale, il quale avrebbe già dato la disponibilità agli inquirenti di fornire il suo materiale bilogico. Si tratta di un accertamento tecnico legato alle indagini sulla possibilità di un duplice omicidio per avvelenamento di Matacena e di sua madre Raffaella Del Carolis, deceduti a Dubai nel 2022 a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro.

 

 

 

Il confronto del dna è stato affidato ai carabinieri del Ris di Messina, i quali useranno i campioni che sono stati prelevati nel corso dell’autopsia di Matacena, accertamento che si è svolto a Roma.
Di questo esame sono stati informati, tra l’altro, anche il figlio Athos e l’ex moglie Chiara Rizzo. L’avvocato del figlio di Matacena ha dichiarato che «probabilmente questo test di comparazione sarà un’ulteriore indagine dovuta a esigenze dei consulenti che stanno lavorando all’autopsia. Noi, infatti, non abbiamo ancora avuto, da ottobre scorso, nessuna comunicazione sull’esito e penso quindi che ancora non sia stata conclusa e depositata la perizia». Al centro dell’inchiesta, ci sono la seconda moglie di Matacena, Maria Pia Tropepi, che ha rivendicato l’eredità sulla base di un testamento olografo, che si trova ancora sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. La donna avrebbe chiesto di far cremare il corpo di Matacena, ma ci fu il no dei figli, che fecero trasportare e seppellire il corpo a Roma. Oltre al «giallo», che sarà risolto nei prossimi giorni, sugli esami del dna, ne esiste un altro, cioè quello sul patriomonio di Matacena, che non è stato ancora quantificato. Per ora il figlio Athos non ha accettato l’eredità per evitare di ricevere passività, ma per accettarla ha ancora dieci anni di tempo.

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