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Antonio Scurati, il monologo infiamma la vigilanza Rai. Scoppia la polemica

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Edoardo Romagnoli
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Caro è costato a Serena Bortone, giornalista Raie conduttrice di Che Sarà, il post sui social in cui comunicava ai suoi telespettatori la cancellazione del monologo di Scurati sul 25 aprile. In Commissione Vigilanza Rai della Camera dei deputati l’amministratore delegato Roberto Sergio ha annunciato di aver dato il via a un procedimento disciplinare contro la conduttrice del programma di RaiTre. L’audizione in Vigilanza Rai era inizialmente prevista per il 24 aprile, poi era stata rinviata e l’azienda aveva annunciato di aver iniziato un’istruttoria per verificare l’accaduto, pur negando qualsiasi tipo di censura. Solo pochi giorni fa Bortone spiegava che, dopo due settimane, ancora aspettava risposte da viale Mazzini. Ma cosa aveva scritto su Instagram la giornalista? «Nella puntata di questa sera di CheSarà era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato.

 

 

Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io», aveva scritto Bortone. Subito dopo aveva deciso comunque di leggerlo durante la sua trasmissione. Ieri Sergio ha spiegato: «Non è un provvedimento disciplinare, è una contestazione e una richiesta di chiarimenti e di spiegazioni che verranno valutate e poi si potrà decidere quale tipo di azioni intraprendere, se necessario, nei confronti della signora Bortone». E ancora: «Sulla vicenda Scurati non è stata vietata né la partecipazione né la lettura del monologo: avevamo valutato di prevedere il suo intervento a titolo gratuito e non dietro compenso». Poi è passato all’attacco: «Questa vicenda ha creato un danno reputazionale». L’ad ha ricordato che con Fuortes la presenza dell’esecutivo appariva superiore alla media dei Governi precedenti. Sergio ha espresso anche solidarietà per le giornaliste attaccate via web perché avevano condotto i tg nel giorno di sciopero.

 

 

Dopo la decisione dell’ad le opposizioni sono passate all’attacco. Per Angelo Bonelli (Avs) «è un fatto estremamente grave, una situazione molto cupa dal punto di vista della democrazia del nostro Paese. Vi invito a riflettere, è un fatto estremamente grave» che «apre una fase nuova». Gli fanno eco i membri Dem della Commissione Vigilanza Rai: «Colpirne uno per educarne cento è il motto che anima questa maggioranza che vuole rendere l’azienda del servizio pubblico il megafono del governo».
Il segretario del sindacato Usigrai Daniele Macheda, parlando con l’Ansa, ha attaccato Sergio: «E così l’ha fatto: Roberto Sergio, l’uomo che da dirigente Rai, direttore della radiofonia attaccava pubblicamente sui social il Giornale Radio Rai, ora da Amministratore delegato fustiga a colpi di procedimenti disciplinari chi, anche attraverso i social, difende la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo asfissiante sul lavoro dei giornalisti della Rai», le parole del sindacalista, «i provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta».

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