Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Università, l'asse collettivi-giovani palestinesi lancia la "giornata della Keffiah"

Francesca Musacchio
  • a
  • a
  • a

Collettivi studenteschi e movimenti pro Palestina allargano le proteste anche fuori dagli atenei. Mentre alla Sapienza di Roma ieri pomeriggio si è tenuta l’assemblea pubblica al Pratone, per l’11 maggio l’Api (Associazione palestinesi in Italia), ha lanciato la giornata mondiale della Keffiah, «il simbolo della lotta palestinese per l'autodeterminazione, la giustizia e la libertà». «Indossare la keffiah non è solo un gesto simbolico, ma un modo per dimostrare che siamo uniti nel desiderio di un futuro in cui il popolo palestinese possa vivere libero sulla propria terra».

Nel frattempo, il Movimento studenti palestinesi in Italia indice un’assemblea pubblica in piazza a Roma. L’incontro si terrà a largo Agosta, nel quartiere Prenestino, e nelle intenzioni degli organizzatori c’è quella di lanciare «un’assemblea di confronto, di ricostruzione di quanto sta accadendo nelle città italiane e per rilanciare le prossime mobilitazioni così da tenere alta l’attenzione sulla questione palestinese e contrastare la propaganda mediatica anche nei quartieri periferici».

 

All’interno delle università, invece, il Collettivo della facoltà di fisica della Sapienza, ha indetto un’altra assemblea pubblica per il 10 maggio durante la quale «discuteremo insieme a tutta la comunità di scienze le azioni da intraprendere contro il genocidio in corso, dalla solidarietà al boicottaggio accademico».

 

A Bologna, invece, da domenica pomeriggio sono state montate le tende pro-Gaza davanti al rettorato dell'Alma mater, per «chiedere immediatamente la fine del genocidio nella Striscia di Gaza e per mandare un messaggio forte alle nostre istituzioni accademiche e governative che da mesi ormai, nonostante le nostre ripetute proteste, continuano a sostenere a spada tratta Israele e i suoi crimini all'interno della Striscia di Gaza». Domani alle 13 sarà presente al presidio anche l'attivista dei diritti umani Patrick Zaki. Ma la data su cui si concentra l’attenzione è quella del 15 maggio, quando si ricorderà la Nakba.

Dai blog