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Riccione, aggressione "Mago Amedeo": il broker Chieffi non fece alcuno sfregio 

La vicenda, che nel 2021 finì alla ribalta delle cronache nazionali, è stata rivista in Appello 

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Del cosiddetto "Mago Amedeo" ne avevano parlato, svariate volte, le cronache nazionali e locali. Più volte finito al centro di vicende legate a fatture, sortilegi, interpretazioni dei sogni che, come accertato dalla Guardia di Finanza, sarebbero costati addirittura decine di migliaia di euro a molte persone. Filippo Scardi è conosciuto negli ambienti dell’esoterismo con vari alias (‘Maestro Filippo’, ‘Otello’, ‘Camillo Varzì’).  Una delle vicende giudiziarie che lo coinvolgono, ha trovato luce qualche giorno fa. Lo stesso “mago”, infatti,  fu protagonista nel 2021, di uno scontro dapprima verbale e poi fisico con il broker finanziario Pierluigi Chieffi. 

Da quello scontro, avvenuto in un bar del porto di Riccione, ne è scaturito un procedimento penale che ha avuto il suo epilogo con la Corte di Appello di Bologna che ha stabilito che il solco sulla guancia sinistra di Scardi, alias mago Amedeo, non fu uno sfregio permanente. I giudici di secondo grado hanno difatti escluso  che Chieffi, difeso dagli avvocati Nunzia Barzan e Marlon Lepera con la consulenza del criminalista Davide Barzan, abbia provocato un danno permanente al ‘’mago Amedeo’’ il 13 maggio 2021. Quel giorno, infatti, ci fu un un alterco tra i due, avvenuto al bar del Porto di Riccione. A dare l'allarme era stato il titolare del locale. Sul posto era intervenuta una pattuglia dei carabinieri di Riccione e i militari si erano messi immediatamente al lavoro per ricostruire l'accaduto. La lite, secondo quanto emerso, era scaturita da un diverbio per motivi banali. 

Nei giorni scorsi però, nell’accogliere le tesi difensive degli Avvocati della Difesa, la Corte di Appello di Bologna ha escluso che il segno presente sul lato sinistro del viso di Filippo Scardi, costituisca sfregio permanente. Tale segno, secondo la Corte, non ha compromesso la percezione di sé da parte della persona offesa.  Pertanto, ha riqualificato i fatti in lesioni aggravate dall’uso dell’arma reato, rideterminando la pena in anni 3 e sei mesi di reclusione. In Primo grado, Chieffi era stato condannato, proprio perché ritenuto responsabile del reato di sfregio permanente, alla pena di anni 5 e mesi 4 di reclusione. Fattispecie di reato che in Italia fu introdotta dopo la tragica aggressione a Gessica Notaro e che avrebbe comportato una pena molto maggiore, fino a 14 anni di carcere. La Corte, invece, ha anche revocato il risarcimento del danno, pari a 40 mila euro liquidato a Scardi Filippo (difeso dall’avvocato Stefano Caroli), riconoscendogli una provvisionale di 20 mila euro.

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