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Paragone: oggi processiamo (tardi) l'amianto, domani succederà coi vaccini Covid

Gianluigi Paragone
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La commovente confessione di Franco Di Mare ha riportato il dolore e il dramma di chi si è ammalato di tumore per colpa dell’esposizione all’amianto. Non solo. Oltre al dramma della malattia c’è anche l’odissea di chi si sente tradito umanamente e abbandonato da chi invece ha o avrebbe l’obbligo di prendersi in carico il malato e invece lo fa smarrire tra uffici e burocrazia: l’azienda, l’Inail, le carte, le firme eccetera.

Franco Di Mare, con il suo dramma, riporta alla luce l’amianto e la sua pericolosità: cosa è stato fatto? Tanto ma assolutamente non abbastanza per tutelare la salute come da obbligo costituzionale. Lo stesso potrebbe accadere per le reazioni avverse da vaccino Covid. Le storie di chi sta urlando invano aiuto perché si è vaccinato, quindi ha rispettato un precetto dello Stato, ma non viene ascoltato iniziano ad essere diverse. Perché? Per paura di finire in quello strano rullo che appiattisce ciò che contrasta la versione ufficiale dei fatti. Lo sa bene Susanna Tamaro, che ieri l’altro sul Corriere ha vergato una doppia pagina dove elemento culturale e cronaca dei fatti si sono intrecciati in un racconto che ha il merito di infilare l’elefante nella stanza: il tempo del Covid e le conseguenze della campagna vaccinale.

L’altro giorno, tra l’altro, una delle due aziende che hanno messo sul mercato i vaccini, AstraZeneca, in un tribunale della Gran Bretagna dove si discuteva della richiesta danni da parte di alcune famiglie danneggiate, ha dovuto ammettere che, per quanto «estremamente rari», il suo vaccino anti-Covid può causare come effetto collaterale trombosi mortali; una ammissione che potrebbe aprire anche scenari importanti non solo in termini di risarcimento del danno.

Ricordo che anche l’altra multinazionale, la Pfizer, è coinvolta in alcune cause importanti non solo per le richieste di eventuali danni ma anche per le modalità di negoziazione con la Commissione europea, tra la presidente von Der Leyen e il ceo dell’azienda Albert Bourla.

«La nostra società è stata attraversata da una vera e propria guerra civile», ha scritto la Tamaro ricordando i mesi del Covid, la campagna vaccinale e i dubbi degli effetti. «Personalmente io confido nella scienza, ma non posso credere in lei in senso assoluto (...) Sono stata testimone di tre gravi effetti avversi avvenuti intorno a me, persone che conosco da decine di anni e sulla cui salute fisica e mentale non ho alcun dubbio», racconta la Tamaro. E credo che tanti di noi abbiano incrociato storie simili. Esattamente come tanti anni fa accadeva per i tumori causati dall’amianto: ma quanto tempo ci è voluto per squarciare quel muro di gomma fatto di silenzi e omertà? Quanto tempo ci vuole per fare altrettanto sui danni da vaccino Covid? «Mentre molti Paesi hanno messo in piedi già da tempo delle équipe di studiosi per cercare di capire quello che sta succedendo nel corpo dei danneggiati dai vaccini, da noi gli stessi danneggiati vengono trattati come degli impostori. Se impostori sono (...) lo Stato ha il dovere di smascherarli; ma se impostori non sono, lo stesso Stato ha il dovere assoluto di prendersi cura in ogni modo possibile di questi cittadini che hanno obbedito alle leggi e che ora hanno la vita devastata dalle conseguenze di questa obbedienza». Concordo.

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