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Terrorismo, allerta massima sui lupi solitari: scuole sorvegliate al ghetto di Roma

Angela Barbieri
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La preoccupazione più grande del Viminale è racchiusa in due parole: lupi solitari. Si tratta di una «minaccia fluida», più difficile da tracciare, perché rappresentata da singoli terroristi pronti a colpire con azioni autonome nel nome del jihad. Anche su questo si è fatto il punto al ministero dell’Interno, dove Matteo Piantedosi ha riunito il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. Il titolare del Viminale, secondo quanto si è appreso da fonti del ministero, ha dato mandato alle forze dell’ordine di rafforzare tutte le attività di prevenzione, coordinandosi con l’intelligence. I timori per possibili riflessi in Italia delle tensioni internazionali esistono, ma tutto il comparto della sicurezza sta lavorando a pieno regime per mantenere il già massimo livello d’attenzione.

 

Ulteriore lente d’ingrandimento è riservata ai flussi migratori irregolari, al fine di intercettare potenziali infiltrazioni da parte di soggetti potenzialmente pericolosi. In questa direzione va la decisione di mantenere i controlli alla frontiera italiana a est. Domani Piantedosi volerà a Tunisi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per un bilaterale con il suo omologo tunisino. Un incontro al quale ne seguirà presto uno, a Roma, con il collega libico. E la sicurezza della Capitale è stata al centro della riunione del Comitato provinciale per l’prdine e la sicurezza pubblica, convocato due giorni fa dal Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che ieri, a margine di un convegno sulla cybersicurezza all’Università Lumsa ha spiegato: «C’era il bisogno di incontrarsi, fare il punto della situazione, incontrare la comunità ebraica e ragionare su tutti i passi che stiamo facendo». «Quando qualcosa è già altissimo e c’è uno sforzo enorme, è difficile riuscire a maggiorarlo ancora ha aggiunto Giannini. Ciò che serve e tenere sempre costante questo livello altissimo e non far cadere l’attenzione».

 

In questo senso, la guardia è massima anche sul fronte del web, sempre più canale privilegiato dai terroristi. «Il web è la forma, è l’ambiente nel quale si fanno proseliti, vengono proclamate determinate azioni, viene dato il la per quelle che sono azioni che riguardano l’attivazione di lupi solitari, la circolazione di manuali per costruire un ordigno, le produrre un attentato - ha detto il direttore della Polizia Postale, Ivano Gabrielli -. Oggi è il modo con cui vengono reclutate purtroppo persone disposte a fare qualsiasi tipo di attività». Intanto, al ghetto di Roma si respira una atmosfera di ricercata normalità, ma anche di apprensione. «Un ebreo non deve mai aver paura, anche se tutto quello che lo circonda è spaventoso. Me lo ha insegnato mia zia, Settimia Spizzichino, l’unica donna tornata dalla retata del 16 ottobre 1943 in cui furono deportati mille ebrei - racconta all’Adnkronos Angelo Sonnino - Tutto quello che sta succedendo in questo periodo a Israele, viene riversato anche su tutti gli ebrei del mondo. Mia figlia ha 7 anni e va nella scuola qui al ghetto, sembra un carcere di massima sicurezza: non c’é differenza con Regina Coeli. Le sbarre alle finestre, i militari fuori: questa è la vita degli ebrei e dobbiamo andare avanti». 

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