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Papa Francesco: "No ai venti di guerra, la pace non si costruisce con le armi"

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No ai "venti di guerra" che sempre più forti "spirano sull'Europa" e sul "Mediterraneo". La pace come unica "nuova via" da percorrere. La Pasqua di Papa Francesco - macchiata di sangue dalle notizie che arrivano da Medioriente e Ucraina - è ancora una volta una supplica ai leader mondiali e ai popoli di scegliere la "vita in mezzo alla morte", la "riconciliazione in mezzo all'odio", la "fraternità in mezzo all'inimicizia". "Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo", afferma Bergoglio dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, rivolgendosi alle migliaia di fedeli presenti in piazza e a quelli collegati via radio, tv, Internet.

 

 

"La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori", il messaggio del Papa. Il Pontefice guarda a Kiev e Mosca invitandole a un gesto concreto di distensione: lo "scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina". "Tutti per tutti", è l'invito, auspicando il "rispetto dei principi del diritto internazionale" fra l'esercito di Vladimir Putin e quello di Volodymyr Zelensky. Messaggio pressoché identico rivolto allo scenario mediorientale sempre più complicato. "Immediato cessate il fuoco nella Striscia", possibilità di accesso degli "aiuti umanitari a Gaza" e pronto "rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso", è l'appello di Bergoglio.

 

 

Che ha ricordato come le ostilità alla frontiera della nazione ebraica stiano aggravando anche il quadro interno libanese, "terra di incontro, convivenza e pluralismo". Parole che riecheggiano nel messaggio pasquale mentre Hamas rende noto che sono 32.782 le vittime palestinesi da inizio guerra nella Striscia di Gaza, centinaia solo nelle due settimane di assedio dell'IDF all'ospedale di Al Shifa, e le famiglie degli ostaggi israeliani attendono il ritorno dei loro cari da quasi 5 mesi. "Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini, hanno dimenticato come sorridere in quella terra di guerra", il monito del Papa, "con il loro sguardo ci chiedono 'perché?'. Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un'assurdità e una sconfitta".

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