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Moschee a Monfalcone, il sindaco individua i siti provvisori ma la comunità protesta ancora

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Non si placano le polemiche sulla vicenda dei siti per il culto dei centri islamic nell'area del Comune di Monfalcone. Dopo le indicazioni del Consiglio di Stato, il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha individuato i siti provvisori ma alle comunità non è bastato. Per questo l'amministrazione comunale richiama la comunità islamica al rispetto della legge e di quanto stabilito dal Consiglio di Stato. "Avviato il tavolo di confronto e sono stati anche individuati i siti: il Comune di Monfalcone adempie a tutte le indicazioni del Consiglio di Stato - si legge in una nota del Comune di Monfalcone - L’Amministrazione comunale di Monfalcone - con la serietà che la contraddistingue - dopo la formale attivazione a tutti gli effetti del tavolo di confronto previsto nella decisione del Consiglio di Stato, ritenendo che esso debba essere svolto in forma epistolare proprio perché il contraddittorio richiede la necessaria certezza e chiarezza nella interlocuzione delle rispettive posizioni, a seguito della ricognizione e dell’istruttoria da parte dei competenti uffici, ha individuato i siti, che avranno valenza temporanea e provvisoria “nelle more dell’udienza di merito”, nel rispetto dell’ambito temporale (7 giorni) indicato dal provvedimento. Il Comune di Monfalcone rileva che, nonostante i pronunciamenti del Consiglio di Stato che ha chiaramente ribadito che la libertà di culto individuale è considerata “diritto inviolabile”, ma allorché diventa collettiva deve esercitarsi nella “cornice normativa di rango primario e secondario”, deve cioè rispettare le regole della legge ed essere praticata nel rispetto della legalità, i due Centri islamici hanno continuato a utilizzare in palese violazione alle disposizioni i locali situati in via Duca d’Aosta 28 e in via don Fanin a fini di culto. Per questo l’ente richiama le due associazioni all’ottemperanza dell’ordinanza collegiale adottata dal Consiglio di Stato che ha confermato di fatto le ordinanze del Comune che erano intervenute per garantire nei due centri l’applicazione delle norme urbanistiche, e quelle della sicurezza e incolumità pubblica, in quanto tali luoghi non possono essere trasformati in moschee".

Il Comune di Monfalcone precisa che i due siti individuati rispondono a tutte le esigenze richieste. "Per quanto concerne l’individuazione di siti alternativi provvisori ove praticare l’attività di culto, non corrisponde al vero che quelli indicati siano “ubicati in punti del tutto defilati e periferici che risultano pressoché irraggiungibili per gli associati - prosegue la nota - Essi rispondono pienamente ai criteri di essere siti dignitosi, collocati in posti vicini e in luoghi facilmente raggiungibili come di seguito specificato. Area Parco Giochi Salita alla Rocca. Si tratta di un’area in pieno centro cittadino adiacente al parcheggio alla base della salita alla Rocca e posta in vicinanza della Piazza della Repubblica, ove ha sede il municipio di Monfalcone. L’area dista 500 metri dalla Piazza e a 800 metri dai due Centri ed è raggiungibile a piedi in pochi minuti. Non corrisponde al vero quindi che questo sito sia irraggiungibile per gli associati dei centri culturali. Presso l’area è presente un ampio parcheggio dotato di illuminazione pubblica e sull’adiacente area a prato è presente una piattaforma pavimentata in cemento (che può essere facilmente attrezzata con fari per l’illuminazione serale). E’ dotata di attrezzature per parco giochi abitualmente frequentato anche dalle famiglie degli stessi associati. Si tratta, dunque, di un sito del centro cittadino, facilmente raggiungibile e assolutamente dignitoso e curato e dove è inoltre possibile l’installazione di gazebi e tensostrutture di facile rimozione per l’uso dell’area in caso di pioggia, oltre a bagni chimici.
Area Terme Romane. Si tratta di un ambito destinato a parcheggio presso il comprensorio termale di via Timavo, costituito da un’ampia area pavimentata con mattonelle autobloccanti, dotata di illuminazione pubblica, sulla quale anche in questo caso è possibile l’installazione di gazebi, tensostrutture provvisorie e bagni chimici. Il sito si può raggiungere agevolmente dal centro, è ben servito con linea urbana di bus (tempo di percorrenza 16 minuti con frequenza ogni 15 minuti) ed è raggiungibile anche in bicicletta sostanzialmente nello stesso tempo. Quindi si tratta di un sito facilmente raggiungibile, accessibile, dignitoso e curato. Di conseguenza i siti provvisori individuati presentano pienamente i requisiti necessari in quanto sono accessibili e dignitosi, collocati in aree non disagiate, facilmente raggiungibili anche con mezzi pubblici e sono adatti alla predisposizione di coperture per la protezione in caso di pioggia. In base alla accurata ricognizione e verifica dei competenti uffici, nessuna delle strutture pubbliche aggregative del territorio può assolvere alle richieste dei Centri Culturali islamici, in quanto utilizzate costantemente dalle associazioni sportive, dalle Scuole, da altre organizzazioni oppure dal Comune stesso, pertanto non disponibili. L’unico edificio attualmente non utilizzato in maniera continuativa e che viene individuato quale sito alternativo provvisorio, è costituito dalla struttura denominata “Bocciodromo” sito in via C. Cosulich, attualmente in gestione alla società AR Fincantieri e per il quale, naturalmente, andranno assunti tutti gli adempimenti di legge, quelli assicurativi e quelli relativi alla sicurezza e al mantenimento dell’integrità del terreno dei campi da gioco. A fronte di quella “leale collaborazione”, che dovrebbe essere ottemperata in maniera biunivoca e che invece viene pretesa dai Centri islamici ma di fatto è stata violata con il ripetuto mancato rispetto delle decisioni del Consiglio di Stato, il Comune di Monfalcone, pur considerato il fatto che in uno Stato laico non compete all’istituzione pubblica farsi carico di destinare spazi pubblici alle attività di culto delle diverse confessioni e fermo restando che l’ente deve considerare gli altri pertinenti interessi pubblici e salvaguardare i diritti degli utenti e delle varie attività sociali, ha inteso individuare con tutte le dovute verifiche una pluralità di siti che rispondono pienamente al fatto di essere dignitosi, ubicati in posti vicini e facilmente accessibili, che sono stati - conseguentemente - comunicati ai due centri interessati. Esiste infatti esiste un provvedimento granitico che sancisce che quelle sue strutture non possono essere utilizzate come luoghi di culto e quindi si ricorda che anche quel provvedimento va ottemperato dalle due associazioni".

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