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Dossieraggio, la storia di casa Laudati, il convento francescano e il giallo dell'incendio

Rita Cavallaro
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La corsa agli scoop giornalistici contro l'avversario politico e l’interesse personale di inquirenti infedeli. Corre su un doppio binario l’inchiesta della Procura di Perugia sulla presunta attività di dossieraggio messa in atto dal pm dell’Antimafia Antonio Laudati e dal tenente della Finanza Pasquale Striano, che condividevano le informazioni riservate su politici, soprattutto del centrodestra, e su persone non indagate con il team di giornalisti d'inchiesta del Domani. Nonostante la difesa smentisca la fabbricazione dei dossier, ad aprire scenari inquietanti che prendono contorni di un giallo sono i fatti di Santa Severa, la cittadina sul litorale romano dove Laudati ha la casa. È lì che il 9 ottobre 2021 un rogo distrugge L’Isola del Pescatore, il ristorante frequentato da vip e calciatori. La notizia viene subito pubblicata sul sito del Messaggero, con un video dei vigili del fuoco mentre spengono l’incendio doloso e l’articolo del giornalista Stefano Pettinari, che racconta come l’attentato sia stato commesso da due uomini a volto coperto, armati di tanica di benzina e ripresi dalle telecamere. Nonostante la matrice fosse chiara, la chiosa fu: «Nella cittadina, ora, l'ombra del racket fa paura».

 

 

Il 26 ottobre ecco che Santa Severa torna alla ribalta delle cronache, per coinvolgere addirittura i vicini di casa di Laudati. Stavolta è Domani a occuparsene. «Vaticano, il convento dei francescani svenduto per costruire villette», è il titolo dell’articolo di Federico Marconi, in cui veniva ipotizzato un giro di speculatori immobiliari di dubbia fama, legati alla criminalità organizzata, intervenuti nella compravendita del terreno della Curia. Forti della spinta mediatica, Laudati e Striano avevano dunque chiesto, il primo febbraio 2022, l’autorizzazione al procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho per aprire un fascicolo pre-investigativo e fare luce sulle mani della criminalità su Santa Severa. Peccato che, secondo il procuratore Raffaele Cantone, sono stati proprio Laudati e Striano a confezionare ad hoc le notizie, per poi spacciare quegli articoli come il cardine per l’autorizzazione inoltrata a De Raho. A sostenere l’ipotesi accusatoria ci sono le centinaia di accessi abusivi alle banche dati che Striano ha effettuato «a partire almeno dal 31.05.2021», si legge nelle carte. Insomma, per gli investigatori Laudati e il tenente della Finanza avrebbero preconfezionato dossier per la stampa, al fine di giustificare l’apertura ufficiale di dossier. Infatti le spiate legate all’incendio del 9 ottobre sono agli atti con due accessi illegali il 7 giugno, quando il tenente ha effettuato approfondimenti illeciti sul titolare del ristorante incendiato, Fabio Quartieri, e su tutta la sua famiglia. Quattro mesi dopo, però, il locale del ristoratore finisce nel mirino degli attentatori. Un elemento che ha attirato l’attenzione degli inquirenti.

 

 

Sulla compravendita del convento dei frati, invece, ci sono ben 76 accessi illeciti, dal 31 maggio al 7 giugno 2021, volti ad approfondire le posizioni della Curia Generalizia Frati Minori Convenutali e di una lunga serie di privati e società, intervenuti perla compravendita. L’articolo sul Domani verrà pubblicato il 26 ottobre e, per gli inquirenti, sarebbe stato addirittura scritto «a quattro mani», frutto della collaborazione tra gli indagati dell'Antimafia e il giornalista. L’ipotesi è riportata nell’avviso di garanzia, dove vengono contestati a Laudati e a Striano i reati di falso ideologico in concorso, perché, si legge, «nella formazione della proposta di attivazione di un dossier, inviata in data 26.10.2021 al procuratore nazionale aggiunto Giovanni Russo, attestavano falsamente che l’origine degli approfondimenti era l'uscita di due articoli di stampa pubblicati, in data 9.10.2021, dal quotidiano, versione on-line, "Il Messaggero", il secondo, dal "Domani", in data 26.10.2021». Gli approfondimenti hanno invece portato a galla che «specifici accertamenti sul contesto relativo al dossier pre-investigativo erano stati delegati dal medesimo Laudati a Striano a partire almeno dal 31.05.2021». Non solo. La pubblicazione dell’articolo del 26 ottobre era stata «stimolata» dallo stesso Laudati, attraverso Striano, tramite i contatti che quest’ultimo teneva con i giornalisti. Striano, infatti, pochi giorni prima, il 9 ottobre, «aveva anticipato una bozza dello stesso articolo, poi pubblicato il 26.10.2021, a Laudati».

 

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