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Di Cesare e il post per Balzerani, Cacciari: "Nostalgia? No, speranze fallite"

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Un post presto rimosso ma di cui la rete ha conservato le tracce. "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malincuore un addio alla compagna Luna", ha scritto Donatella Di Cesare, professore ordinario di filosofia teoretica all'Università "La Sapienza" di Roma e assidua frequentatrice di talk show televisivi, in riferimento alla morte di Barbara Balzerani, l'esponente delle Brigate Rosse, mai pentita, che partecipò anche al sequestro di Aldo Moro. Parole che sono da molti state considerate inaccettabili e dalle quali ha preso le distanze anche la Rettrice dell'ateneo Antonella Polimeni. Sul caso di cui molto si sta discutendo nella giornata di oggi è intervenuto anche Massimo Cacciari. Un post di speranze rivoluzionarie fallite, più che di nostalgia per una "compagna" andata via. È sicuro che sia così il saggista, che ha commentato all’Adnkronos quanto pubblicato dalla docente universitaria.  

 

 

Un commento che ha suscitato non poche polemiche e fastidi, considerato il tono utilizzato dalla professoressa di Filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma nel ricordare l’ex primula rossa. "Conoscendo Donatella Di Cesare e conoscendo la sua storia, che non ha nulla a che vedere con le Br, voleva semplicemente dire che siamo nati tutti negli anni ’60 con la speranza di una trasformazione radicale di questo mondo finito in me**a - ha spiega Cacciari - La sua è stata più una nota di malinconia per la mancata trasformazione che sognavamo tutti, per il cambiamento che non c’è stato". "È chiara la sciagura che hanno rappresentato le Brigate Rosse, la Di Cesare che è più giovane di me non ha vissuto gli anni di piombo, né la sciagura che hanno rappresentato i brigatisti per noi e per le nostre speranze, per una idea di riforma di questo paese; sono stati loro insieme alla P2 col delitto Moro a bloccare la trasformazione del nostro paese. Uno che come me ha vissuto tutto questo può capirlo, un altro nato dopo può parlare di speranze rivoluzionarie", ha concluso. 

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