allora 28enne

Eredità Agnelli, faro sui 56 milioni sborsati da Elkann nel 2003. Da dove li prese?

Nel cuore dell'inchiesta che ha gettato luce sugli affari della dinastia Agnelli-Elkann, emerge un intricato intreccio di questioni riguardanti non solo la residenza di Marella Agnelli, ma anche gli assetti della Dicembre, la cabina di comando degli Elkann. La procura di Torino concentra la sua attenzione su entrambi i fronti, rivelando un quadro complesso e esplosivo. Mentre la residenza di Marella diventa il fulcro dell'indagine, aleggia anche un secondo filone collegato, ancora più intrigante: gli assetti della Dicembre (società cassaforte che controlla tutte le partecipazioni), controllata saldamente dai tre fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann. In particolare, svela Il Giornale, gli investigatori si sono concentrati sul periodo tra il 2003 e il 2004, con interrogativi che sollevano domande cruciali sulla gestione della società in quei momenti cruciali.

 

 

Il focus si sposta sulle date chiave, come il 24 gennaio 2003, giorno della morte dell’avvocato Gianni Agnelli, quando Marella dona al nipote il 25,38 per cento della Dicembre, consentendo a John di salire al 58,71 per cento. Il passaggio significativo di quote in un momento tanto delicato suscita interrogativi: un tentativo di garantire continuità e stabilità all'impero industriale della famiglia Agnelli in difficoltà? Il quotidiano racconta così la situazione: “In quelle settimane difficilissime si deve ricapitalizzare l’allora accomandita Giovanni Agnelli. La Dicembre fa la sua parte e Elkann sborsa 56 milioni. Da dove arriva quella montagna di soldi? Margherita, il cui esposto è il motore dell’indagine ritiene, come si legge anche nelle carte della causa civile, che provenga dal patrimonio Agnelli e in ogni caso non sia riconducibile a quello di John, all’epoca un ragazzo di soli 28 anni. Gira e rigira, anche in questa operazione ci sarebbe lo zampino di Marella”.

 

 

L'attenzione si è spostata pure sul 5 aprile 2004, quando Margherita si fa liquidare, prevedendo la crisi imminente nell'universo Fiat. Il 19 maggio 2004, Marella cede le sue quote ai tre nipoti, stabilizzando la Dicembre. Tuttavia la procura rileva una dichiarazione del giugno 2021 che solleva dubbi sulla cessione delle quote, mettendo in dubbio il pagamento e richiedendo una nuova perizia grafologica sulle firme di Marella. Oggi, al Tribunale del riesame, si affronta il primo scontro tra accusa e difesa, concentrandosi su file e documenti sequestrati. La risoluzione di questa vicenda fornirà chiarezza sulla validità delle indagini sia sulla residenza di Marella che sugli assetti della Dicembre. Un giallo che continua senza sosta.