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Indi Gregory, la risposta beffarda del giudice inglese all'Italia: "Ormai è morta"

Dario Martini
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"Visto che ormai è deceduta penso che non voglia piu procedere...". Questa la risposta beffarda con cui il giudice inglese ha inoltrato al console italiano a Manchester che aveva chiesto la cessione della giurisdizione per riuscire a salvare la vita Indi Gregory e portarla a Roma, all'ospedale Bambino Gesù. E invece la piccola Indi, bambina di otto mesi affitta da una grave malattia mitocondriale, è morta nella notte tra domenica e lunedì, dopo che sabato, seguendo le indicazioni dei giudici inglesi, le è stato staccato il "supporto vitale", il ventilatore meccanico che le permetteva di respirare. L'associazione Pro Vita & Famiglia pubblica anche il testo di questa missiva.

 


A raccontare questo ultimo retroscena è Simone Pillon, avvocato e senatore, il quale fin dall'inizio si è attivato per dare il suo sostegno al papà Dean e alla mamma Claire. "Da avvocato della famiglia trovo gravissima la risposta del magistrato inglese al giudice italiano. 4 giorni di ritardo in un caso urgente, oltretutto ironizzando sul decesso di Indi Gregory non è degno di un paese civile. I trattati si rispettano. Avanzeremo le dovute doglianze", scrive Pillon su Twitter. 

 

 

Intanto Jacopo Coghe, portavoce dell'associazione Pro Vita & Famiglia pubblica le foto dei giudici inglesi, dell'Alta Corte e della Corte d'appello, che con i loro pronunciamenti non hanno di venire incontro alla famiglia di Indi, ordinando di staccare la spina alla piccola. Sono Mr Justice Robert Peel, Lady Justice Eleanor King, Lord Justice Peter Jackson and Lord Justice Andrew Moylan.

 

 

 

 

 

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