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Giudice non scrive le sentenze e chiede la perizia psicologica: "Si boicotta, voleva fare il poeta"

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Una storia davvero sorprendente sulla giustizia italiana è quella raccontata oggi dalla Stampa che vede come protagonista un giudice napoletano, Ernesto Anastasio, finito al centro di un procedimento del Csm. Il motivo? Il magistrato "non scrive le sentenze", sintetizza il quotidiano che ricostruisce l'intriccata vicenda che ha aspetti davvero inediti.

Il tutto inizia nel 2021 quando Anastasio subisce una sanzione, la censura, per gravi ritardi come giudice civile a Santa Maria Capua Vetere. La situazione si aggrava nel tempo e i provvedimenti non scritti aumentano, anche a Perugia dove viene trasferito come giudice di sorveglianza. Finisce sotto procedimento del Csm, e per difendersi, Anastasio "deposita un certificato medico e chiede una perizia. Il Csm incarica Stefano Ferracuti, docente di psicopatologia forense alla Sapienza, di accertare l'esistenza di patologie in grado di incidere sulla condotta del giudice".

Ebbene, cosa emerge? Per l'esperto il giudice non ha "patologie tali da scemare o escludere la capacità di intendere e volere, ma è portatore di un disturbo di personalità". In sintesi, l'uomo è stato portato a seguire le orme del padre avvocato: "Non vive l'attuale lavoro come una forma di espressione di sé stesso (....)  siccome pensa che non è quello che avrebbe davvero voluto fare, lo boicotta", scrive l’esperto secondo quanto ricorda la Stampa. Il giudice voleva fare il "poeta", ma si è trovato con la toga addosso. L'uomo ha commentato: "Vivo questa situazione di dissidio interiore. Il problema è grave, non sta bene che un giudice faccia tutto questo macello di provvedimenti non depositatí. Non credo che morirò magistrato, non mi pare plausibile", ammette. In pratica, Anastasio chiede di continuare a fare il giudice di sorveglianza. Il Csm deciderà nel giro di qualche settimana. 

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