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Intelligenza artificiale, allarme rosso sulla fake news: notizie sempre più credibili

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Un modello di Intelligenza Artificiale, chiamato GPT-3, è in grado di diffondere disinformazione in modo più credibile degli esseri umani. Lo dimostra uno studio dell’University of Zurich, pubblicato su Science Advances. L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui creiamo e valutiamo le informazioni, e questo avviene durante un’infodemia che ha avuto effetti drammatici sulla salute globale. Gli scienziati, nella ricerca, hanno analizzato se gli individui erano in grado di distinguere la disinformazione da informazioni accurate, strutturate sotto forma di tweet, e di determinare se un tweet era organico o sintetico, cioè, scritto da un utente di Twitter o dal modello di intelligenza artificiale GPT-3. I risultati dimostrano che GPT-3 è un’arma a doppio taglio che, rispetto agli esseri umani, può produrre informazioni precise e più facili da comprendere, ma può anche produrre disinformazione più convincente. 

 

 

La ricerca ha, inoltre, dimostrato che gli uomini non sono in grado di distinguere i tweet generati da GPT-3 da quelli scritti da utenti umani. Nello specifico, tutti i partecipanti hanno avuto difficoltà a distinguere tra i tweet fatti da esseri umani e quelli generati da un modello di intelligenza artificiale per la generazione di testo, nonché tra i tweet generati dall’Intelligenza Artificiale che erano accurati e quelli che erano imprecisi. «I risultati suggeriscono che il modello di Intelligenza Artificiale GPT-3 e altri modelli linguistici di grandi dimensioni possono sia informare che disinformare gli utenti dei social media, in modo più efficace rispetto agli esseri umani», ha spiegato Giovanni Spitale dell’University of Zurich.

 

 

Dal suo lancio nel novembre 2022, l’uso diffuso della chatbot a Intelligenza Artificiale, ChatGPT, ha sollevato la preoccupazione dell’opinione pubblica per la diffusione della disinformazione e dell’informazione online, in particolare sulle piattaforme social. I critici avvertono che i modelli linguistici di grandi dimensioni come il modello Generative Pre-trained Transformer 3 (GPT-3) di ChatGPT potrebbero essere utilizzati per generare disinformazione convincente per i social media. Poiché i modelli linguistici di grandi dimensioni sono relativamente nuovi nella sfera pubblica, pochi studi hanno esaminato la loro efficacia rispetto a questo scopo. Appare sempre più necessaria una regolamentazione.

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