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Schiaffo a Giuseppe Conte, parla il suo aggressore Giulio Milani

Christian Campigli
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Non fosse drammatico, sarebbe ridicolo. Perché, quando un cittadino crede di poter “educare” un politico con la violenza, l'intero meccanismo della democrazia denota una stortura molto pericolosa. L'aggressore di Giuseppe Conte, preso a schiaffi a Massa durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e per l'elezione del nuovo sindaco, ha parlato con l'agenzia di stampa AdnKronos. “Ma quale sganassone, è stato uno schiaffo pedagogico. Da ex elettore M5S, ex militante deluso, ed ex rappresentante di lista”. Parole sfrontate, di chi non appare minimamente pentito, quelle pronunciate da Giulio Milani, l'uomo che ha alzato le mani sull'ex presidente del Consiglio. Milani, che sulla propria pagina Facebook si auto proclama come Responsabile Ufficio Stampa del Cln (Comitato di Liberazione Nazionale), cerca di ridimensionare le accuse. “Non ho aggredito Conte, ho semplicemente usato il minimo della forza possibile. Il mio è stato un buffetto, per notificargli il mio disprezzo morale. Mio e di milioni di persone”.

 

 

 

Un gesto che, al di là della forza impartita alla mano, denota un odio profondo verso il leader del Movimento Cinque Stelle. “Ha tradito gli elettori facendo accordi con chiunque pur di avere poltrone e perché ha trascinato l'Italia in guerra dando sostegno al governo Draghi. Per non parlare dei provvedimenti anticostituzionali varati dal suo governo durante la pandemia. Lui e Speranza sono alla sbarra con l'accusa di epidemia colposa. Dovremmo interrogarci su di lui, più che su di me”. Milani non sembra minimamente preoccupato dall'ipotesi, tutt'altro che remota, che l'Avvocato del Popolo possa sporgere denuncia. “In tal caso spiegherò le mie ragioni in tribunale. I giornali titolano che sono un no vax, ma io sono un editore, gestisco una casa editrice, sono un intellettuale. Ripeto: il mio è stato uno schiaffo pedagogico. La violenza l'ha fatta lui con i suoi Dpcm”.

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