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Dove permane l'obbligo delle mascherine: dagli ospedali alle Rsa, la nuova ordinanza

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Nel giorno in cui il report settimanale certifica un ulteriore calo dell'incidenza dei nuovi contagi, scesi da 48 a 39 casi ogni 100mila abitanti, il ministero della Salute licenzia la nuova ordinanza con le linee guida sull'utilizzo degli strumenti di prevenzione del virus. Il documento, che resterà in vigore fino al 31 dicembre, conferma l'obbligo di indossare la mascherina per "lavoratori, utenti e visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura".

Negli ambulatori è confermata “la discrezionalità dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”. L'obbligo viene meno per i bambini di età inferiore ai 6 anni, per le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina stessa, nonché per le persone che devono comunicare con una persona con disabilità in modo da non poter fare uso del dispositivo. Altrettanto discrezionale è l'esecuzione del tampone per l’accesso ai Pronto soccorso, la cui decisione viene rimandata alle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali. "Ho firmato oggi l'ordinanza che limita l’obbligatorietà delle mascherine negli ospedali ai reparti a maggior intensità di cura e con i pazienti più fragili oltre alle Rsa – ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci -. Questo testimonia che finalmente stiamo uscendo da questa terribile pandemia che ha limitato le nostre vite negli ultimi tre anni e confido molto che il prossimo 20 maggio anche l'Oms dichiari la fine della pandemia - aggiunge -. Guardiamo con ottimismo al futuro, ma siamo pronti in caso di nuove emergenze a intervenire tempestivamente per continuare a salvaguardare la salute pubblica e i nostri cittadini. Ci avviamo verso l'estate e guardiamo al prossimo autunno con ottimismo, fiduciosi che l'Oms a breve dichiari la fine della pandemia".

Una fiducia, quella del ministro, rafforzata dai numeri certificati dalla cabina di Regia dell'Istituto Superiore di Sanità. In Italia cala l'incidenza covid settimanale, con il dato che per il periodo 21 -27 aprile si attesta a 39 casi ogni 100mila abitanti contro i 48 registrati nel periodo 14-20 aprile. 23.132 i nuovi casi positivi, con una variazione di -17,3% rispetto alla settimana precedente, quando i positivi erano stati 27.982. Sono 156 i decessi, in calo rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 191. Ad aumentare è stato invece l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici, pari a 1,08, e in aumento rispetto al periodo precedente e al di sopra della soglia epidemica. Risulta stabile all'1% invece il tasso di occupazione delle terapie intensive, mentre sale leggermente – dal 4,5% al 4,7% - quello di occupazione in aree mediche a livello nazionale. Il tasso di positività, che tra il 21 e il 27 aprile è stato del 6,9%, scende dello 0,1% rispetto alla settimana precedente. Relativamente ai territori, sono sei le regioni a rischio alto; sei sono a rischio moderato e otto quelle classificate a rischio basso. Per quanto riguarda i tamponi, sono 333.138 quelli processati nell'ultima settimana, segnando un calo del 16,5% rispetto a sette giorni prima in cui erano ne stati effettuati 398.788.

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